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Tutti i concetti da conoscere per parlare come un sommelier

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Nel mondo del vino esistono i termini tecnici della degustazione: ogni associazione ha i suoi e se li tiene stretti. E poi esiste un linguaggio lirico, che mescola quegli stessi concetti con il desiderio di parlare in modo più libero e creativo. Se va attribuita a Luigi Veronelli l’adozione un lessico enologico emotivo, colto e poetico, non è sempre facile cogliere tutte le sfumature delle descrizioni del vino offerte dagli addetti ai lavori.

Anche perché spesso vive della risemantizzazione in altro contesto di termini molto particolari, a creare un linguaggio di grandissimo fascino. Abbiamo raccolto i concetti del vino secondo noi da conoscere, per parlare come un sommelier esperto.

La figura del sommelier è centrale per noi: è grazie a questi esperti che possiamo scovare chicche di cantine di nicchia, da tutto il mondo.

Dalla loro esperienza abbiamo tratto un piccolo glossario di 20 + 3 concetti da conoscere, per capire i sommelier ma soprattutto il vino: lo aggiorneremo se ci farete avere altre parole curiose. Perché ben vengano termini non tecnici, e ben venga se questi aiutano anche i non esperti a esprimersi sul vino. Cosa che non è per niente facile!

I concetti del vino da conoscere

1. Abboccato

Si dice di un vino leggermente dolce, cioè provvisto di un piccolo residuo zuccherino. Se la sensazione di dolcezza è marcata viene detto amabile.

2. Austero

Descrive generalmente un vino rosso e un vino rosso importante, ricco di corpo e di tannino. Tende ad avere una sfumatura negativa, nel senso dell’eccesso di corpo e di tannino appunto. Sinonimo di severo.

3. Beva

La beva è l’atto stesso del degustare. Si usa per indicare un vino, in genere nell'espressione “di pronta beva”, ovvero di un vino pronto a bersi, cioè maturo. Assume anche una sfumatura di un vino non impegnativo. Beverino, appunto.

4. Bocca

Piuttosto immediato: indica l’analisi gustativa di un vino, cioè tutte le sensazioni che si hanno al palato degustando.

- Leggi anche: come si degusta il vino

5. Chiuso

Un vino che non riesce a esprimere al meglio il suo potenziale, generalmente o perché ha bisogno di essere ossigenato o perché è ancora troppo giovane e quindi non pronto.

6. Complesso o ampio

Indica un vino che esprime tante tipologie di profumi, è una qualità per cui tali profumi sono in buon equilibrio fra loro. In particolare, si intende che possegga sia profumi primari (quelli tipici del vitigno, intrinsechi nell’uva di partenza), sia secondari (cioè i profumi che il vino acquisisce durante la lavorazione e che arricchiscono il vino di note floreali, fruttate e vegetali), sia terziari, ossia quelli acquisiti con l’affinamento (note speziate, di vaniglia, tostate, animali, eteree...).

7. Coriaceo

Vino dai tannini concentrati. È una caratteristica positiva solo se non è correlata a un sapore troppo amaro.

8. Corpo

Riguarda la struttura del vino ed è legato alla presenza di sostanze solide (alcool, glicerina, zuccheri, acidi, tannini e sali minerali). Il contrario di strutturato (o di corpo) è beverino.

- Leggi anche: cosa si intende per vino di corpo

9. Croccante

Un'alternativa a croccante è "goloso", come fosse un frutto sodo, non troppo maturo. Si usa per indicare un vino che comunica sensazioni di freschezza, di fruttato e floreale.

10. Fresco o vino di "bella acidità"

L’acidità è una componente essenziale nel vino e quindi dell’analisi gustativa: si riconosce perché fa salivare. Il vino che ha spiccata acidità è detto “fresco”. “Bella acidità” indica un livello ottimale, con l'acidità in buon equilibrio con la morbidezza. Un vino di bella acidità regala una sensazione fresca e piacevole. Se invece è eccessiva il vino sarà aspro, crudo, puntuto.

11. Fruttato

Ricordare il frutto è la condizione di base per il vino di qualità. La parola indica le sensazioni olfattive e gustative che richiamano alla mente quelle dei frutti, integri e maturi.

12. Ingresso

La prima sensazione che apre la degustazione, è usato raramente per la fase olfattiva e più comunemente per indicare quella gustativa.

13. Lungo

Si dice di un vino i cui sapori e aromi permangono a lungo dopo essere stato deglutito. Il termine più tecnico è persistente (il suo contrario è corto).

- Leggi anche: cos'è la persistenza nel vino

14. Naso

Intuitivo: l'insieme delle sensazioni che un vino regala all’olfatto, respirandolo.

- Leggi anche: mai più scena muta annusando un vino

15. Piacione

Termine amatissimo dai sommelier. Indica un vino molto rotondo ma acquisisce una sfumatura leggermente negativa, a dire che si tratta di un vino realizzato per farsi amare, un vino che magari ha avuto lavorazioni o affinamenti che l’hanno reso presto disponibile.

16. Pulito

Indica un vino innanzitutto senza difetti, quindi fine ed elegante, ma anche fruttato e fresco.

17. Rotondo

La forma geometrica è inequivocabile: indica un vino senza spigoli, cioè pieno, morbido, non troppo tannico e con acidità non eccessivamente spiccata. Equilibrato.

18. Sapido

Sinonimo di salato. Indica un vino ricco di anioni di acidi organici e inorganici che regala sensazioni saline, appunto.

19. Seduto

Si riferisce a un vino carente di acidità, troppo evoluto e fiacco: andava stappato prima. A tutta evidenza è un difetto irreversibile.

20. Sottile

Indica un vino poco corposo, delicato, povero di alcol. Se il vino è equilibrato e l’obiettivo non era quello di farne un vino di corpo si tratta di una caratteristica positiva.

21. Uvaggio

Sinonimo di blend. Si tratta dell’insieme delle uve di diverse varietà che concorrono alla produzione di un certo vino.

22. Verticale

Concetto non semplice. Indica un vino caratterizzato da purezza aromatica e precisione. Un vino che è quello che deve essere. Sono vini verticali quelli che non strizzano l’occhio al gusto internazionale, che tradizionalmente tende invece ad amare sapori più pieni e rotondi.

23. Vinoso

Può sembrare esilarante dare del “vinoso” a un vino, ma tant’è. Il termine è usato per esprimere due concetti: l’alta gradazione alcolica oppure, molto più spesso, un profumo che ricorda quello del mosto. In questo secondo caso, il riferimento è soprattutto ai rossi giovani.

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