Il bicchiere giusto è un’ossessione dei sommelier? Per convincersi del contrario basta provare una volta a degustare un grande vino nel bicchiere dell’acqua. Vediamo quindi quale sia il calice corretto ciascuna tipologia di vino.
Abbiamo raccolto le semplici regole da conoscere per scegliere il calice giusto per ogni vino.
Perché i calici hanno forme diverse?
Come ogni cosa umana, anche la forma dei bicchieri è cambiata nel tempo. Dalle conchiglie e dalle coppe dell’antichità, oggi siamo approdati a calici dalle linee semplici e performanti. Il segreto? Sta nella forma del calice e nell’apertura verso l’alto, fondamentali per consentire l’ossigenazione del vino e quindi per percepirne profumi e sapori.
Perché scegliere diversi calici per i diversi vini?
Ogni vino ha caratteristiche organolettiche differenti e richiede il bicchiere adatto, quello che gli consente di esprimere al meglio tutte le sue potenzialità.
Ci sono delle regole per scegliere il calice giusto?
Sì. I vini giovani vanno serviti su calici non troppo ampi, per non disperdere il bouquet delicato.
Per vini via via più strutturati, il calice deve essere progressivamente più ampio (per permetterne l’ossigenazione e la liberazione dei più complessi profumi), fino ad arrivare al balloon per i vini rossi importanti.
In quale calice vanno serviti il Passito e in generale i vini liquorosi dolci?
Questi vini, caratterizzati dai colori ambrati e da profumi morbidi e molto intensi, vanno serviti in calici piccoli, perché sono bevuti in piccole quantità. Attenzione: sono gli unici per cui è concesso il vetro colorato e si portano in tavola alla fine del pranzo, dopo avere tolto gli altri.
In quale calice servire gli spumanti dolci?
I vini spumanti dolci vanno invece serviti nella coppa larga.
In quale calice vanno serviti gli spumanti?
Tradizionalmente, le bollicine si servono nella flûte: un bicchiere dalla forma stretta e allungata. In questo caso il vino si versa nel bicchiere quasi completamente, così si sprigionerà la catenella di perlage. Ma la tendenza più contemporanea è quella di servire le bollicine più importanti in bicchieri più ampi, quelle da vino bianco, per apprezzarne meglio i profumi.
Se qualcuno non fosse convinto...
Su come il bicchiere giusto determini anche il gesto giusto e favorisca la degustazione, c’è un passo di Luigi Veronelli che resta insuperato:
“Versiamo il rosso vino – amorosi, con infinite cautele – nel bicchiere panciuto che esige la tiepida carezza della mano; o, con uguali cure, il bianco nel bicchiere alto, aristocratico e nervino, che la mano allontana; ne osserviamo in trasparenza i colori, godiamo già del giuoco allegro e balenante dei tonali rilessi; gli imprimiamo al bicchiere, lieve il gesto, un accenno di rotazione: aumenta la superficie vinosa; si libera, e la aspiriamo, ogni nascosta suggestione, dal bouquet; in un bacio lo sorseggiamo per la lingua, per il palato; ci lasciamo invadere dai ricordi: mille e mille e mille. Ogni vino bevuto ha il suo racconto.”
(Veronelli, Il vino giusto)