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Luigi Veronelli

Luigi Veronelli

Da dove nasce la fonte di ispirazione di Sommelier Wine Box, fra le tante menti illuminate che hanno contribuito a rendere grande il vino italiano? Soprattutto dagli scritti di Luigi Veronelli.

Come per tanti winelover appassionati, la nostra fonte di ispirazione - altissima - è costituita dalla vita, dalle scelte e dagli scritti di Luigi Veronelli (1926-2004), Gino per gli amici: il padre del Rinascimento del vino italiano.

Vita e battaglie di Luigi Veronelli

Studente di filosofia, editore anarchico, star televisiva, gastronomo e cuoco, innovatore nel campo della critica, leader di battaglie epiche a favore della qualità, coltissimo, per primo comprende che cibo e vino sono cultura. E per questo concetto si batté per tutta la vita.

Intellettuale leggendario, Veronelli ha avuto la capacità di parlare ai contadini (quando la parola contadino era dispregiativa!) e per loro ha combattuto battaglie straordinarie. Li chiamò vignaioli. Dava loro il pensiero e la visione del futuro e ne riceveva in cambio la linfa che nutriva il suo spirito libero. I vignaioli sono stati i protagonisti del "Rinascimento del vino italiano" e Veronelli il regista filosofo di questa stagione straordinaria: ne disegnò l'architettura e la divulgò.

Linguaggio di Luigi Veronelli

Veronelli creò un nuovo linguaggio del vino: un linguaggio asciutto, spesso graffiante, essenziale ed emozionante assieme. Le parole di Veronelli sono avanguardia ancora adesso.

Veronelli ha inventato la critica enologica italiana: è stato il primo a parlare dei vini in modo non solo letterario (strada già avviata da Mario Soldati, Paolo Monelli, Piero Accolti…) ma in modo concreto e preciso, il tutto basato su innumerevoli assaggi.

E poi, da grande intellettuale, ha inventato un linguaggio, che tanto deve anche alla poesia, e oggi la stragrande maggioranza del giornalismo enologico parla con l’eredità lessicale di Veronelli, che ha inventato un nuovo modo di descrivere il vino, non solo appassionato con vertici inarrivabili, ma anche suggestivo nell’uso metaforico di un lessico altro, risemantizzato ai fini della descrizione enologica: un aspetto che oltre a essere di fascino estremo ha lasciato un’eredità indelebile su come oggi parliamo, pensiamo e raccontiamo il vino.

Senza di lui oggi non parleremmo di "pronta beva", di vino "da meditazione", di "rosso dialettico"...

Le battaglie di Veronelli

Ispirandosi ai francesi, coinvolse i piccoli viticoltori spronandoli con forza a valorizzare i vitigni autoctoni, a usare quello che lui chiama i carati (le barrique dei francesi, usate per affinare vini speciali e distillati), a ridurre la resa della vigna a favore della qualità.

- Leggi anche: cosa c'è da sapere sulla barrique

Coltura e cultura per Veronelli

Quei produttori, scovati da Veronelli - fino a quel momento duri e umiliati - si sono piano piano aperti al mercato, hanno privilegiato la qualità sulla quantità, hanno innovato senza mai tradire la tradizione, hanno aperto le loro cantine, hanno creduto nel proprio lavoro, iniziando a valorizzare un patrimonio millenario.

La sua battaglia per l'identificazione vino-territorio, portata avanti dagli anni sessanta, fu davvero avveniristica e pose le basi anche per quella che oggi definiamo sostenibilità ambientale.

Tutto questo contro il vino industriale, da Veronelli profondamente disprezzato perché mette in commercio: "Milioni di bottiglie. Ciascuna identica in senso matematico."

"Poeta del vino mondiale" secondo Josko Gravner (grande vignaiolo friulano), Luigi Veronelli ha svolto un ruolo cruciale nella riabilitazione del valore della cultura materiale convinto che coltura e cultura determinino il progresso.

Per lui, anche bere e mangiare costituivano delle operazioni intellettuali vere e proprie in quanto consentono di pensare e di dividere il buono dal cattivo, il bello dal brutto.

La cantina di Luigi Veronelli

Leggendaria è la cantina che Veronelli mise assieme nel corso degli anni, che in alcuni momenti - con il critico in vita - ha sfiorato le 70mila bottiglie, italiane e straniere. Oggi i 35mila esemplari sono raccolti in 350 metri quadrati scavati sottoterra, nella casa di Bergamo, acquistata proprio per la capienza di questo spazio. Oltre a testimoniare le passioni di Veronelli, gli acquisti e i doni, queste bottiglie raccontano anche come il vino italiano sia in grado di invecchiare più di quanto si possa credere.

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