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Cos’è l’odore di ridotto nel vino?

Cos’è l’odore di ridotto nel vino?

Sa di ridotto! Ma cosa significa davvero? Ecco tutto quello che c’è da sapere su uno dei più diffusi difetti del vino. Per riconoscerlo e anche rimediare.

Se a una degustazione qualcuno dice "sa di ridotto", ecco cosa devi sapere per riconoscere il difetto e rimediare.

Nel mondo enologico, cosa vuol dire “ridotto”?

Il termine fa riferimento a una riduzione chimica: tecnicamente il vino acquisisce elettroni e diventa carente di ossigeno. Il contrario è l’ossidazione, in cui vengono persi elettroni.

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Cosa sono le note di riduzione?

L’odore di ridotto si riconosce perché è piuttosto particolare anche se vario. Un vino che sa di ridotto si riconosce da questi odori: puzza di "chiuso", cavolo bollito, putrido, cipolla, aglio, sensazioni sulfuree o addirittura uova marce.

Con la pratica, si impara che esistono anche altri descrittori che definiscono il processo di riduzione, per cui ci si può limitare a dire che un vino è ridotto, senza precisare i descrittori.

Quali vini colpisce l’odore di ridotto?

Va premesso che oggi l’incidenza del problema nel vino è molto inferiore rispetto ai decenni passati. Il problema affligge più spesso i vini invecchiati male, perché l’ambiente della bottiglia chiusa a lungo non è ideale: è per questo che, appena aperti, certi vini non sono subito piacevoli. Percentualmente colpisce più i vini bianchi rispetto ai rossi, forse perché a questi ultimi viene somministrato molto più ossigeno durante fermentazione e macerazione.

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Quali sostanze sono responsabili dei cattivi odori, in un vino ridotto?

I composti responsabili degli odori sgradevoli di un vino ridotto sono alcune molecole contenenti zolfo, che si sostituiscono all’ossigeno: sono queste a dare il cattivo odore del vino.

Come si crea l’odore di ridotto?

Quando un vino va incontro a processi di riduzione ha tendenzialmente avuto problemi durante la fermentazione alcolica, per esempio se la fermentazione è stata fatta a temperatura troppo alta, troppo velocemente, se ci sono state contaminazioni biologiche.

Molto più raro, ma l’effetto di “ridotto” può anche svilupparsi dopo l’esposizione del vino alla luce e in particolare ai raggi UV. Questo problema si previene con l’uso di bottiglie di vetro scuro.

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C’è un legame tra riduzione e chiusura del vino con tappo a vite?

Sì, l’effetto di riduzione incide percentualmente di più nelle bottiglie chiuse con tappo a vite, in cui passa meno ossigeno rispetto alle chiusure in sughero. Ma questo accade solo se il vino ha maturato quelle condizioni per diventarlo cioè se possiede i “precursori della riduzione”, che tendono a crearsi durante la fermentazione.

Ci sono rimedi per l’odore di ridotto?

Le note riduttive del vino, se non grave, possono andarsene con l’ossigenazione: il consiglio è di farlo aereare usando un calice ampio rispetto al decanter. Ma se dopo mezz’ora di ossigenazione queste puzze svaniscono siamo di fronte a un difetto definitivo.

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