Può sembrare strano ma ancora tanto mistero circonda il tappo a vite – chiamato anche Stelvin dal nome del produttore che l’ha inventato – e tanti amanti del vino non sanno come giudicarlo. Ecco tutto quello che c'è da sapere.
Diffusissimo fuori dall’Italia, nel Belpaese due persone su tre lo guardano ancora con sospetto, convinte che questa chiusura della bottiglia sia sinonimo di bassa qualità del vino. Invece la storia è molto diversa.
Ecco tutto quello che c'è da sapere sul tappo a vite in 12 domande e altrettante semplici risposte.
1. Incominciamo dal principio: come è fatto il tappo a vite?
Di una guaina in metallo (alluminio, di solito), che fascia la parte finale della bottiglia. Dentro, il fondello è in lega di stagno e contiene un gas totalmente inerte (azoto) in minima quantità: in questo modo garantisce la protezione del vino dagli agenti esterni, dall’umidità, dagli sbalzi di temperatura e di pressione.
2. Quali sono i vantaggi del tappo a vite?
Questa chiusura, a differenza del sughero, impedisce il passaggio dell’ossigeno, consentendo di mantenere intatte tutte le proprietà organolettiche del vino. La condizione è che il vino sia imbottigliato sano e la bottiglia conservata bene. Non va dimenticato che, in bottiglia, tra il tappo e il vino c’è comunque una quantità di ossigeno.
Lo screw cap, inoltre, scongiura l’insorgenza dell’odore di tappo (sempre che questa muffa non sia già presente nelle botti). Si contrappone quindi alla variabilità dell’interazione vino-sughero, che può essere rischiosa.
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3. Ma è vero al 100% che l’ossigeno non passa nel tappo a vite?
No: i tappi a vite più moderni e innovativi possono essere scelti più o meno ermetici: oggi, il produttore può decidere quanto ossigeno vuole far passare dal tappo.
4. Fuori dall’Italia chi adotta il tappo a vite?
Se escludiamo l'Italia, la scelta tra sughero e tappo vite finisce sostanzialmente 1-1. Molto amato in America e Asia, i mercati esteri lo richiedono e un numero crescente di produttori (sì: anche francesi) adotta questa chiusura anche sulle etichette di punta.
5. Due nomi di vignaioli che sul tappo a vite hanno scommesso?
Tra gli altri vanno sicuramente ricordati Matilde Poggi, proprietaria della cantina Le Fraghe, a Cavaion Veronese, e Walter Massa, sui Colli Tortonesi, che hanno adottato sin da tempi non sospetti il tappo a vite per i loro vini. Parliamo di due giganti del vino italiano.
6. Quali vini amano di più la chiusura con tappo a vite?
Lo Stelvin è in media più usato per i vini bianchi e rosati, specie se giovani e aromatici.
7. A ogni vino il suo tappo, quindi?
In alcuni casi il tappo in sughero - con le sue caratteristiche di permeabilità - è fondamentale. Vini che necessitano di molta evoluzione per esprimere tutte le loro potenzialità lo faranno più facilmente – e più velocemente – con tappi in sughero.
8. Cosa aspettarsi nei vini tappati a vite?
Di base: freschezza più marcata, aromi ben definiti, fragranza.
9. Ci si può spingere oltre nell’analisi?
Sempre. Non è esatto dire che in mancanza di ossigeno il vino non evolve, in realtà cambia eccome, ma in modo diverso e più lento, per via di fenomeni ossido-riduttivi. Ma gli effetti dell’ossidazione sono molto più evidenti nel breve periodo rispetto a quelli riduttivi. Quindi più lasciamo libero il passaggio d’aria e più velocemente evolverà la materia.
E, al contrario, se vogliamo conservare il nostro vino più a lungo possibile in uno stato che giudichiamo perfetto, dobbiamo limitare al massimo lo scambio di aria. Se vogliamo preservarlo così come è stato imbottigliato, impedire il passaggio dell’aria è di fatto un “must”: così, avremo aumentato la sua capacità di invecchiare.
10. C’è da preoccuparsi per i fenomeni riduttivi nel tappo a vite?
No. Se il vino è un buon vino non sarà l’evoluzione in ambiente anaerobico a rovinarlo. Se lo fa, significa che si trattava di una bottiglia semplice già in partenza, una di quelle che non si tengono comunque in cantina a lungo.
11. Quali sono le resistenze più diffuse tra i consumatori rispetto al tappo a vite?
A molti sembra soprattutto di tradire una tradizione, anche perché l’apertura del tappo di sughero si lega a un rito molto poetico, a un cerimoniale quasi sacro.
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12. Quindi, come comportarsi rispetto ai tappi delle bottiglie?
Innanzitutto imparare ad aprire correttamente le bottiglie con tappo di sughero e poi guardare senza preconcetti alla novità della chiusura a vite: in fondo, la vera poesia sta dentro la bottiglia!