Per tutte le persone appassionate di vino, la barrique ricopre un ruolo speciale: un piccolo contenitore di legno che fa grande il vino. Vediamo come stanno davvero le cose e tutto quello che c’è da sapere sulla barrique.
Sull’affinamento del vino abbiamo già scritto, qui vediamo nel dettaglio i segreti della barrique, come funziona e perché sembra essere il segreto del vino di qualità.
Cosa significa barrique?
Direttamente dal Vocabolario Treccani: botticella di legno di rovere di capacità compresa tra 225 e 228 litri, nella quale si conservano vini di alta qualità (detti quindi “barricati”). Si pronuncia ‹barrìk›.
Quando nasce la barrique?
Tracce di legno di quercia in alcuni contenitori da trasporto rintracciate in recipienti dell’antica Grecia hanno fatto supporre agli studiosi che sin dall’antichità si facesse invecchiare il vino in vere e proprie botti di legno.
Di certo, dal Medioevo si trasporta e si conserva vino in legno. Botti e barili sono andati incrementando nei secoli e nell’Ottocento il loro uso diventa massiccio, così in Francia si va codificando la barrique come il piccolo contenitore che conosciamo oggi. Da lì, si è diffusa in tutte le zone del mondo in cui si producono vini di qualità.
Di che materiale è fatta la barrique?
Fino a metà Novecento i legni utilizzati erano vari: acacia, castagno, ciliegio, frassino, rovere e altre essenze minori. Oggi le barrique sono in legno di rovere (Quercus sessilis e Quercus peduncolata), dopo che la ricerca ha chiarito come si tratti del legno migliore per l’affinamento del vino, in particolare perché il rovere non cede al vino note amare.
Come funziona l'affinamento in barrique?
La barrique è uno strumento per l’affinamento del vino: lo scopo è quello di accrescere la qualità del vino favorendone la stabilizzazione naturale, raggiungendo l’apice dei profumi e l’equilibrio gustativo.
Tecnicamente la barrique agisce in due modi:
1. favorisce la lenta micro-ossigenazione naturale del vino, non essendo un contenitore ermetico;
2. valorizza i profumi del vino, facendoli “esplodere”, grazie allo scambio tra legno e vino.
Per chi vuole andare più nel dettaglio:
1. La barrique consente all’ossigeno di entrare lentamente all’interno e la superficie limitata del contenitore aumenta la superficie di vino a contatto con l’esterno (ah, la geometria...). Quindi l’ossigeno entra, l’anidride carbonica residuale della fermentazione alcolica esce.
Inoltre, i pori del legno accelerano la combinazione tra antociani e tannini, si formano dei composti complessi e stabili e si polimerizzano i tannini. Ecco quindi che il vino è più equilibrato nella tenuta del colore negli anni ma soprattutto rendono setosi, meno aggressivi e decisamente piacevoli i tannini.
2. La barrique amplifica il ventaglio olfattivo del vino cedendo al vino (ma anche ricevendo) alcuni componenti, un fatto che si riduce dopo 2 anni d’uso. Ecco quindi che il vino assume le note più evolute di vaniglia e di cioccolato al latte, senza che quelle fruttate e floreali siano perse (se bene utilizzata e se le uve di partenza sono perfettamente mature).
Esiste un termine italiano per barrique?
Il mitico Luigi Veronelli si dispiaceva che mancasse un modo italiano per chiamare questo contenitore prezioso, simbolo del vino di qualità, per cui si inventa il termine “carato”.
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Quali vini si affinano di più in barrique?
Tradizionalmente: il Pinot Nero (ah, la Borgogna...) e i vini fatti con taglio bordolese; e poi c’è lo Chardonnay. Di base, è necessario che si parta da uve con un profilo olfattivo netto e preciso, altrimenti le caratteristiche derivate (o meglio: esaltate) dall'affinamento sovrastano quelle proprie del vino.
I vini barricati sono di moda?
Dipende. Dopo una seconda metà del Novecento che ha esaltato molto i vini barricati, creando una vera e propria moda, negli ultimi decenni si è distaccata una corrente di pensiero che ha rivisto quel sistema qualitativo per apprezzare vini diversi, più freschi e beverini, affinati in acciaio. Ma la grande tradizione del vino affinato in barrique è tutt'altro che sopita, semplicemente oggi si tende ad applicare ai vini più adatti.