Il momento in cui, a fine giornata, si toglie la giacca per sorseggiare un calice di vino in abbinamento a un crostino è un attimo di felicità pura. Vediamo quale bottiglia scegliere per l’aperitivo, per godersi al meglio uno dei grandi piaceri della vita, oltre che un must del venerdì sera. Tre consigli per un aperitivo perfetto.
Che sia a casa o fuori, l’aperitivo è un momento di grande gioia. Ecco i consigli di Sommelier Wine Box per la scelta del vino.
Cos’è l’aperitivo?
Come momento, è quello che scatta alle sei del pomeriggio, dopo il lavoro, e si caratterizza da vino o altri alcolici di varia natura che accompagnano, e favoriscono, le chiacchiere con gli amici. Tradizionalmente è il momento prima di cena, anche se la può sostituire.
Se a livello sociale è un vero e proprio rito collettivo, nei ricordi di ciascuno l’aperitivo è un momento di piacere spensierato.
Cos’è un "vino da aperitivo"?
Per le persone appassionate, quello del vino da aperitivo è un concetto complementare al vino da tutto pasto: quindi non troppo strutturato, fresco, aromatico se piace, in grado di stuzzicare l’appetito.
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Da quanto tempo si “fa aperitivo”?
Sin dall’Antichità, il momento che precede la cena è impiegato per sorseggiare una bevanda alcolica. Il termine deriva da aperire, con il significato di aprire (inteso lo stomaco). Ippocrate, medico greco vissuto nel IV secolo a.C., curava i suoi pazienti inappetenti con bevande amare a base di vino. E anche il francese apéritif aveva in origine un significato si sostanza medicamentosa che facilita la digestione.
Un momento importante per la storia dell’aperitivo avviene con la nascita del Vermouth: siamo a Torino a fine Settecento, battezzato aperitivo ufficiale della corte sabauda. L’aperitivo è nato ufficialmente.
L’aperitivo come momento sociale esplode a Milano tra le due Guerre, con stuzzichini molto semplici che resteranno invariati fino agli anni Ottanta, quando a Milano fa la sua comparsa l’happy hour (termine preso dal periodo del proibizionismo negli Stati Uniti, anni 1919-1933). Una speciale accezione di aperitivo è quello “alla milanese” inventato da Vinicio Valdo, imprenditore leggendario che inventa la formula magica del cibo gratis in accompagnamento ad alcolici, questi a pagamento.
Che vino scegliere per l’aperitivo? I consigli dei nostri esperti
1. Parola chiave: leggerezza
Calvino ce l’ha detto oltre 35 anni fa: la leggerezza è una grande virtù. Che si offra a casa o fuori, l’aperitivo è un momento in cui stuzzicare cibi leggeri, che trovano l’abbinamento perfetto con vini altrettanto spensierati.
Quindi, via libera alle bollicine – che si abbinano con facilità a tantissime varietà di cibi – e ai bianchi beverini, freschi, non affinati a lungo. Per gli irriducibili del rosso, il consiglio è quello di orientarsi su vini comunque beverini, per esempio Pinot nero, Schiava, Barbera...
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2. Occhio alla progressione dei vini
Siamo onesti: perché limitarsi a un solo calice? E perché continuare con lo stesso vino nei successivi?
Nella scelta del primo bicchiere, il consiglio è di tenere a mente la progressione, e quindi non partire dal bianco più complesso in mescita, che svilirebbe tutti gli assaggi successivi.
3. Preferenza per i vini locali
Specie se si è fuori città, almeno un calice dei vini del territorio va provato. Fatevi consigliare dall’oste e l’aperitivo si trasformerà anche in un momento di scoperta.