Da quando diamo al vino un punteggio in centesimi, oggi il più diffuso al mondo? Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla valutazione dei vini: dai Grandi Crus Classés ai Parker Points.
Vediamo come funziona la valutazione del vino in centesimi, che pè di gran lunga la più diffusa al mondo.
Dai Grandi Crus Classés ai Parker Points
Il sistema di punteggio dei vini più diffuso al mondo è quello sviluppato dal critico enologico americano Robert Parker (nato nel 1947). Si tratta dei "Parker Points". Tuttavia, l'idea di assegnare un punteggio ai vini esiste da più tempo e diverse persone hanno contribuito alla sua evoluzione.
In Europa, il sistema di punteggio dei vini veniva utilizzato già dall’Ottocento, quando venivano organizzate competizioni per valutare i vini e assegnare loro medaglie. In Francia, nel 1855, venne creata la "Classification des Grands Crus Classés", che classificava i migliori vini di Bordeaux in cinque categorie, dal Premier Cru al Cinquième Cru: una classificazione voluta da Napoleone III ancora oggi pressoché immutata.
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Negli anni '70, il critico enologico francese Michel Bettane (nato nel 1952) ha iniziato a utilizzare un sistema di punteggio a 20 punti per valutare i vini nelle sue recensioni.
Robert Parker, invece, ha introdotto il suo sistema di punteggio a 100 punti alla fine degli anni Settanta, valutazione basata su alcuni aspetti del vino quali il colore, l'aroma, il sapore, la struttura e la capacità evolutiva.
Qual è stato il ruolo di Parker?
Il sistema di valutazione dei vini di Parker è diventato rapidamente il più diffuso al mondo e ha influenzato profondamente critici enologici e concorsi di vino in tutto il mondo.
Parker ha il merito di aver introdotto e divulgato un sistema di classificazione dei vini in centesimi, che classifica il vino su una scala fino a 100, in base all’aspetto, a caratteristiche chiaramente identificate quali il colore, l’aroma, il sapore e le potenzialità di invecchiamento.
Non avendo una formazione classica sul vino, Parker sente il bisogno di descrivere il vino facendo uso di una scrittura semplice e diretta, diversa da quella allora in uso nel mondo enologico.
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Che altri punteggi del vino esistono oggi?
- Il sistema di valutazione dei vini di Jancis Robinson, una critica enologica britannica tra le più influenti al mondo. Ha sviluppato un proprio sistema di valutazione dei vini (Jancis Robinson Points). Il sistema prevede una scala di 20 punti.
- Sistema di valutazione dei vini di Wine Spectator, una rivista americana con un suo sistema di valutazione dei vini. La scala è a base 100.
- Sistema di valutazione dei vini di James Suckling, un critico enologico americano che ha sviluppato un proprio sistema di valutazione dei vini: una scala di 100 punti e valuta il vino su aspetti come il colore, l'aroma, il sapore e la struttura.
- Sistema di valutazione dei vini di Decanter, una rivista britannica il cui sistema di valutazione di basa du una scala di 20 punti.
- Sistema di valutazione dei vini di Gambero Rosso, una rivista italiana fondata da Daniele Cernilli, il quale ha sviluppato il proprio sistema di valutazione dei vini basato sui 3 bicchieri.
- Sistema di valutazione dei vini di Guía Peñín, una guida enologica spagnola con un proprio sistema di valutazione su base 100.
Come funzionano i Parker Points?
La scala di fatto parte (di fatto) da 50 e arriva fino a 100.
Ecco come interpretare la valutazione di una bottiglia:
- 50-59: vino imbevibile
- 60-69: imperfetto ma bevibile
- 70-79: mediocre, corretto, non interessante
- 80-89: range da superiore alla media a molto buono
- 90-95: eccellente
- 96-100: eccezionale
Parker ha assegnato il 100/100 a vari vini, tra cui il Château Haut-Brion 1989 (Bordeaux) e il Sine Qua Non Syrah 2010 (California).
Ma chi è davvero Robert Parker?
Un avvocato di Baltimora che diventa un grandissimo nome del vino, sino a guadagnare l'appellativo di "Emperor of Wine" e poi “The Million Dollar Nose”. L'obiettivo di Parker era raggiungere i tanti americani intimiditi dal vino, con disponibilità economica ma forte difficoltà a capire quali bottiglie acquistare.
Lo fa con The Wine Advocate, rivista con le sue recensioni pubblicata prima volta nel 1978 (allora pubblicata con il nome di Baltimore-Washington Wine Advocate) e un sistema di punteggio a base 100 simile a quello delle scuole – pertanto comprensibile a tutti.
Quando la svolta per Parker?
La fortuna di Parker esplode quando predice, con polemiche perché in controtendenza rispetto agli altri critici, la grande qualità dell'annata 1982 di Bordeaux.
Le carte in poco tempo si scompigliano, e non è più lui che valuta il vino, ma è il vino che tende ad adeguarsi per piacergli, per esempio avvicinandosi, a prescindere dalla zona, all'idea di Parker di potenza, struttura, uso del legno e importanza dei profumi intensamente fruttati.
Quali i numeri di The Wine Advocate?
La rivista ha presto un grande successo: in poco tempo raggiunge le 50,000 copie pubblicate.
Parker ha dichiarato di assaggiare 10.000 vini ogni anno e di ricordarsi ogni bottiglia che ha assaggiato negli ultimi 30 anni. Con questi numeri, si arriva a circa 350.000 assaggi in 25 anni di attività.
Perché Parker è stato criticato?
Parker ha ricevuto anche molte critiche per l’influenza sui vini che tanti ritengono che lui abbia esercitato negli anni, di fatto modificando il mercato e il sistema di produzione del vino. Chi gli si contrappone ha invocato il ritorno alla specificità e diversità dei vari terroir. Ora si è ritirato, ma è impossibile negare l'importanza sul mercato dei "punti Parker": la ribadiscono la crescita di prezzo dei vini con i massimi punteggi e la grande visibilità ai suoi giudizi su innumerevoli siti di vendita di vino.
Parker ha venduto la maggioranza delle quote della sua rivista a un gruppo di investitori di Singapore nel 2012. In seguito ha continuato a lavorare per la rivista come critico enologico. Si è ritirato nel 2019.