Verdejo | Terra d'uro
DENOMINAZIONE: Toro Denominación de Origen
TIPOLOGIA: bianco
UVAGGIO: Verdejo 100%
PROVENIENZA: Spagna, Toro
EVOLUZIONE: 2 anni
TEMPERATURA DI SERVIZIO: 8-10° C
BICCHIERE CONSIGLIATO: calice stretto
GRADO ALCOLEMICO: 13,5% vol.
FORMATO: 75 cl
IL VINO
SPECIFICHE TECNICHE
FRESCHEZZA: ◼︎◼︎◼︎◼︎◼︎
CORPO: ◼︎◼︎◼︎◻︎◻︎
SAPIDITÀ: ◼︎◼︎◼︎◻︎ ◻︎
MORBIDEZZA: ◼︎◼︎◼◻︎◻︎
LE NOTE DEI NOSTRI SOMMELIER
👁 di un bel colore paglierino;
👃🏻 al naso esprime un bouquet intenso soprattutto fruttato (con limone e pesca bianca in evidenza) e belle note di finocchio;
👄 al palato è decisamente fresco, croccante ed elegante, e sa esprimere al massimo la tipicità del Verdejo.
ABBINAMENTO CONSIGLIATO
Un bianco fresco e dotato di una sottile amarezza, che si abbina perfettamente per contrasto con piatti salati. Lo consigliamo quindi con frutti di mare crudi. Un abbinamento territoriale è invece quello con Gazpacho, una zuppa da consumare fredda a base di pomodori, cetrioli, cipolla, aglio, peperoni, olio d'oliva e aceto, da preferire nella versione con il pane che la rende particolarmente cremosa. La ricchezza del piatto si contrasta bene con la freschezza del vino.
AFFINAMENTO
Verdejo in purezza da una vigna di 22 anni chiamata Finca Paulino. Il clima qui è continentale, con una forte influenza del mare Atlantico, un fatto che spinge le vigne a cercare in profondità l'acqua con le loro radici. Vendemmia a mano, a piena maturazione, macerazione a freddo, pressatura soffice, fermentazione a bassa temperatura, solo acciaio.
LO AMERAI PER...
la freschezza.
TERRITORIO DI PROVENIENZA
TERROIR
La Spagna è uno dei più promettenti Paesi in Europa, il terzo al mondo per quantità. La Spagna ha una tradizione antica nella produzione di vino e negli ultimi anni punta sempre di più sulla produzione di qualità dimostrandosi uno dei grandi Paesi da tenere d'occhio.
La viticoltura è testimoniata in Spagna già nel secondo secolo prima di Cristo, conosce un lungo periodo di crisi nel Medioevo ed è attestata nuovamente nel XIII secolo. Il successo dei vini dello Jerez risale al Cinquecento, molto amati dagli Inglesi, sempre alla ricerca di vini che reggessero lunghi trasporti via mare. A fine del Ottocento la fillossera e l’oidio devastano la viticoltura della Spagna come quella di quasi tutti i paesi europei, causando l’estinzione di numerose specie di vite autoctone della regione. Questa circostanza disastrosa dà poi inizio alla rinascita dell’enologia spagnola, che rinnova i suoi metodi di coltivazione e lavorazione in cantina mettendosi al passo con i tempi: i vini spagnoli entrano quindi sui mercati internazionali. La prima denominazione di origine spagnola fu la Rioja, nel 1926, seguita dallo Jerez nel 1933 e da Malaga nel 1937.
La regione del Toro è una zona vitivinicola influenzata dalla presenza del fiume Duero e da altri corsi d'acqua. Sta incastonata tra le province di Zamora e Valladolid, nell'estremo occidentale di Castiglia e León. I vigneti si trovano generalmente in altitudine, a circa 700 metri in media.
Il prodotto per eccellenza di questa denominazione è il vino rosso, dai tannini abbondanti domati dall'affinamento in legno; la macerazione carbonica permette invece di ottenere anche vini fruttati e di pronta beva.
Una particolarità del Toro è che i terreni poveri e friabili hanno fatto sì che gran parte della denominazione venisse risparmiata dalla fillossera. La scarsità di risorse costringe le radici della vite a spingersi in profondità nel terreno, alla ricerca di acqua e sostanze nutritive. L'aridità è estrema, le piogge scarse, i terreni poco permeabili. A completare questo quadro di clima continentale estremo contribuiscono il forte irraggiamento solare e gli sbalzi termici. I ciottoli di origine alluvionale che punteggiano tutta la DOC, trasmettono ulteriore calore alle piante, arricchendo l'uva di colore e zucchero. Proprio il loro colore intenso e l'elevato tenore zuccherino hanno portato per decenni a considerare i vini di queste regioni poco raffinati e molto alcolici ma le tecniche innovative adottate sia in vigna sia in cantina hanno permesso e stanni sempre più permettendo di ottenere vini di grande equilibrio, anche grazie alle vecchie viti ad alberello. In molti casi, i viticoltori lavorano ancora con tecniche manuali e attente. L'età delle viti e le caratteristiche del terroir ne limitano la resa, facendo sì che le uve regalino vini intensi e complessi.
CANTINA
Siamo nel Toro, nell'Hacienda Terra d'Uro, dove i vignaioli Javier Ortega e Cristiano Van Zeller interpretano il loro lavoro con la massima coscienza attraverso il lavoro in vigna. Una profonda e attenta conoscenza del territorio e l'esperienza di tre generazioni di viticoltori consentono ai loro vini di assumere espressioni uniche e tipiche assieme.
La maggior parte del lavoro in vigna viene svolto manualmente, come la potatura, la zappatura intorno alle viti, il trattamento con zolfo o polvere di ortica. Solo per l'aratura vengono applicati mezzi meccanici.
Per rispettare le qualità naturali del vino, è pochissimo l'intervento in cantina.
Javier Ortega è enologo con oltre 20 anni di esperienza e tanti riconoscimenti sulle spalle. La base del suo successo nasce nell'origine del vino: il terroir, la sua filosofia è rispettare e curare al massimo le viti. Christian Van Zeller è un enologo di fama davvero mondiale, essendo uno dei più grandi nomi della regione del Douro oltre che un membro principale dei viticoltori più esperti del Douro, chiamati "Douro Boys". Il suo impegno è oggi quello di diffondere la qualità e la notorietà dei vini del Toro in tutto il mondo.
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