Falanghina Campi Flegrei | La Sibilla

Prezzo scontato€11,00


DENOMINAZIONE: Campi Flegrei DOC

TIPOLOGIA: bianco

UVAGGIO: falanghina dei Campi Flegrei 100%

PROVENIENZA: Italia, Campania

EVOLUZIONE: 3 anni

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 10° C

BICCHIERE CONSIGLIATO: calice medio

GRADO ALCOLEMICO: 13% vol.

FORMATO: 75 cl


IL VINO

SPECIFICHE TECNICHE

FRESCHEZZA: ◼︎◼︎◼︎◼︎◻︎
CORPO: ◼︎◼︎◼︎◻︎◻︎
SAPIDITÀ: ◼︎◼︎◼︎◼︎◻︎
MORBIDEZZA: ◼︎◼︎◼︎◻︎◻︎


LE NOTE DEI NOSTRI SOMMELIER

👁 di un bel giallo paglierino con sfumature verdoline;

👃🏻 al naso esprime un bouquet intenso, con sensazioni agrumate di pompelmo e mandarino con ricordi di nespola, albicocca, biancospino, ma anche salvia e sentori minerali e vegetali;

👄 al palato è molto territoriale: sapido, gode di ottima freschezza e chiude su toni agrumati e vegetali.

ABBINAMENTO CONSIGLIATO

Un bianco di grande personalità, fresco e fruttato, sapido e decisamente minerale. Richiede abbinamenti parimenti eleganti, specie con secondi delicati di pesce: dal granchio alla spigola al vapore, al pesce crudo.


AFFINAMENTO

Il clima mite e temperato del Golfo di Napoli, favorisce una perfetta maturazione delle uve che offrono quindi una straordinaria ricchezza aromatica.

Falanghina dei Campi Flegrei allevata a guyot su terreni di origine vulcanica esposti a ovest, ancora a piede franco. Vendemmia manuale in contenitori di vimini con selezione in vigna. Le uve vengono pigio-diraspate e vinificate in assenza di ossigeno, a temperatura controllata, con una macerazione di 12 ore. Fermentazione alcolica a una temperatura massima di 17-18° C, seguita da affinamento in contenitori in acciaio per 6 mesi; dopo alcuni travasi, il vino viene quindi imbottigliato intorno alla fine del mese di marzo.

LO AMERAI PER...

la personalità.


TERRITORIO DI PROVENIENZA

TERROIR

Il territorio dei Campi Flegrei si trova in una delle più belle aree vulcaniche in Italia, in Campania, a nord di Napoli. Le origini della vitivinicoltura nella regione risalgono al 700 a.C., quando la falanghina veniva utilizzata per produrre il vino Falerno, molto ricercato dai patrizi romani.

I vini bianchi dei Campi Flegrei sono basati ancora oggi per la maggior parte sulla falanghina. Le viti sono coltivate alla putuelana o pozzolana, un’antica forma di allenamento della vite in cui era sostenuta da una falange (cioè una spalliera). Il clima mediterraneo e le alture, con la presenza di brezze rinfrescanti e ai terreni vulcanici, porosi e ricchi di minerali, sono condizioni ideali per la coltivazione della vite. I vini della DOC Campi Flegrei sono caratterizzati da un’ottima fragranza, da note fruttate e delicate, dal corpo deciso. Il vitigno a bacca nera più importante è invece il piedirosso. Quest’uva produce vini dal colore rosso dal carattere leggero e succoso, con sfumature aromatiche. Un altro vitigno a bacca nera è l’aglianico, portato in Campania dai Greci.

I Campi Flegrei hanno ottenuto la classificazione DOC nel 1994 e la produzione vinicola si estende su sette comuni: Procida, Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, oltre a parte quelli di Marano e Napoli. Anche le isole di Procida e Ischia sono incluse nella zona della denominazione. Una grande fortuna qui è che i vigneti sono sempre stati immuni alla fillossera, grazie al terreno vulcanico su cui vengono coltivate le viti. La composizione del suolo, ricca di ceneri, lapilli, tufi e vari microelementi ha tenuto lontano il parassita.

Napoli vanta un invidiabile primato: quello di essere, dopo Vienna, la seconda città per ettari vitati in Europa. Sono una sessantina gli ettari distribuiti nei confini urbani, dislocati tra i vigneti di Santo Strato a Posillipo, il cratere di Agnano, le colline dei Camaldoli e di Chiaiano e l’area dello Scudillo. Aree inserite in un contesto paesaggistico di incomparabile bellezza, in cui uomo e natura hanno trovato nei secoli la convivenza perfetta. La seconda caratteristica, che rende questi vigneti metropolitani realmente unici, è quella di affondare le loro radici in un territorio che, insieme alla sua provincia, è una delle poche zone a livello mondiale in cui si conserva la coltivazione a piede franco (priva del portainnesto della vite americana), grazie alla genesi vulcanica del terreno. Una rarità che, in questi ultimi anni, è sempre più apprezzata perché in grado di preservare la purezza dei vitigni e la memoria storica delle antiche forme di allevamento della vitis vinifera.


CANTINA

L'azienda si trova in provincia di Napoli, nel cuore dei Campi Flegrei, vicino all’Antro della Sibilla Cumana. La Sibilla ha una storia di oltre 100 anni alle spalle, e oggi coltiva circa 7 ettari; nei vigneti sono presenti viti autoctone centenarie di falanghina e piedirosso su pali, a pali di castagno come da tradizione.

La famiglia di Meo, custode di un patrimonio enoico tramandato di generazione in generazione e coltiva i propri vitigni mossa da sempre dalla passione per la terra e per i suoi prodotti; da due anni, inoltre, Vincenzo Di Meo, enologo giramondo che guida attualmente l'azienda, ha avviato anche il recupero di ulteriori vitigni autoctoni come ‘a livella, ‘a surcella e 'a marsigliese: l'obiettivo primario è sempre quello di produrre vini dal sapore e dal gusto di una volta, rendendo protagoniste, insieme alle moderne tecnologie, anche le antiche tradizioni.

Le viti, allevate su terreni sabbiosi di origine vulcanica e immuni alla fillossera, sono un vero e proprio museo vegetale. Suddivise in due corpi principali, il primo a ridosso della cantina e il secondo vicino alla villa romana, conosciuta come Villa di Cesare, nell’Oasi naturalistica del WWF, regalano ottimi vini dalle caratteristiche peculiari, preservando il territorio.

Assecondando la vocazione del territorio e amando il lavoro in vigna, la cantina produce vini dalla personalità inconfondibile, mai uguali a se stessi se non per la qualità. Sempre freschi, fragranti ed espressivi, questi vini sono i migliori ambasciatori possibili di un territorio ancora da scoprire.

Bottiglie longeve, che sfidano il tempo, frutti del passato che arrivano direttamente dalle ceneri vulcaniche, espressione di viticoltori che guardano al futuro innovando senza paura, con sulle spalle la migliore tradizione locale.

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