Claudia Piras: sommelier professionista AIS dal 2015, ha selezionato per Sommelier Wine Box alcune cantine davvero speciali da Sardegna, Lazio e Campania. Noi di Sommelier Wine Box abbiamo avuto il piacere di intervistarla, e scoperto come nasce una passione travolgente per il vino.
Come scoppia la passione per il vino: 9 domande alla sommelier Claudia Piras.
1. Raccontaci come è nata la tua passione per il vino… quando hai deciso di fare la sommelier?
Arrivo da un percorso di studi in Ingegneria e ho iniziato a fare la stagione estiva per esigenze economiche presso un’enoteca a Villasimius, all’epoca piccolissima e con pochi posti a sedere, ma sempre colma di gente. Un gioiellino che ho visto crescere negli anni.
Ho iniziato asciugando bicchieri e ascoltando i racconti del mio titolare che nei primi giorni di lavoro mi disse: “Vedi i vini che ci sono qui: a fine stagione li avrai assaggiati tutti”.
Lì ho conosciuto il vino e lì ho avuto il colpo di fulmine.
Ero affascinata e curiosa, al punto da ricoprire i colleghi di domande su vini, sulle tecniche di vinificazione, sui vitigni, sui territori… E quando quelle risposte non mi sono più bastate ho iniziato a studiare.
2. Come è stata la tua formazione da sommelier?
Ho studiato per tre anni il corso da sommelier AIS: allora non c’erano abbastanza iscritti in Sardegna, e ricordo di aver aspettato parecchio per il terzo livello. Ma è stato un bene perché tra un corso e l’altro ho avuto la possibilità di assaggiare, di conoscere e di girare molto, andando direttamente dai produttori, alimentando ancora di più questa mia passione per il vino.
Ma è dopo il percorso da sommelier che mi sono resa conto di avere ancora più sete: per placare questa voglia di conoscenza ho frequentato due corsi che si sono rivelati una nuova folgorazione: quello con Sandro Sangiorgi di Porthos sul vino naturale, e quello con Nicolas Joly e Stefano Bellotti sulla biodinamica. Lì mi si è aperto un altro mondo, ho messo da parte il metodo più tecnico e rigido di scuola AIS su cui ero concentrata prima per dedicarmi alla scoperta di una nuova chiave per il vino, del tutto emozionale.
3. Come si è sviluppata la tua carriera dopo la formazione?
Ho continuato per qualche anno il lavoro da sommelier di sala tra enoteche e ristoranti, fino a quando ho deciso di dedicarmi alla vendita diretta. Oggi faccio l’agente di commercio per piccole realtà vitivinicole.
Lavoro con i miei clienti nella costruzione della loro carta dei vini e nella formazione del personale, oltre a coltivare sempre la parte ludica con serate e gruppi di studio di degustazione.
4. La cosa più bella del tuo lavoro?
Tra le gioie più grandi sicuramente ci sono le facce felici delle persone quando riesci a soddisfare pienamente i loro gusti e le loro esigenze con un calice di vino.
5. La cosa più difficile del tuo lavoro?
Essere donna in un mondo di uomini è complicato. Spesso una donna che parla di vino non viene presa seriamente e devi dimostrare ancora di più quel che vali.
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6. Dici che sei attratta dai vini “veri ed etici”: cosa sono per te?
Per me i vini veri ed etici sono quelli fatti dai contadini: vini che raccontano un territorio, una storia, un’emozione. Uno degli aspetti più incredibili di questo lavoro è il rapporto diretto con chi produce il vino. I vini buoni li fanno le belle persone, per questo io non vendo il vino ma chi lo fa.
7. Quindi i vini veri per te vanno oltre i vini cosiddetti naturali?
Certo: sono convinta che si debba andare oltre la divisione tra vini naturali e vini convenzionali.
Ho chiaramente un gusto personale e soggettivo sul bere, ma credo che non sia necessario continuare ad alimentare questo divario. Bisognerebbe superare questo particolare pensiero e andare al cuore del vino, promuovendone la qualità più autentica, senza bandiere.
8. Il tuo vino del cuore?
Ne ho molti, ogni vino del cuore ha incorniciato un periodo, un sentimento, un’emozione ma se devo schierarmi lo faccio con una cantina che ho visto nascere e crescere: la cantina Quattro Elementi, con cui collaboro ormai da tempo.
Li ho aiutati a spietrare la vigna quando ancora era in fase embrionale, vendemmio con loro ogni anno, e oggi mi occupo della parte vendita.
Producono pochissime etichette, soprattutto da Cannonau e Vermentino, che sono anche le nostre uve regionali più conosciute.
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9. Per noi di Sommelier Wine Box che ci rivolgiamo ad esperti ma anche agli appassionati: hai un consiglio per chi si avvicina al vino?
Il vino ha la capacità di regalare emozioni: il mio primo consiglio è "lasciatevi trasportare".
Rubo qui una frase di Tatiana Holler, che col marito Carlo Deperu ha fondato la cantina Deperu Holler, che nel Nord della Sardegna fa vini davvero super carichi di sentimento. Ecco, Tatiana dice: “Bevete e amatevi”. E io sottoscrivo.