Difficile, imprevedibile, delicato; e allo stesso tempo affascinante ed esaltante. Il pinot nero è genio e sregolatezza. Vediamo tutto quello che c’è da sapere sul pinot nero, in dieci punti.
Il pinot nero è un vitigno difficile e scontroso, che regala vini eleganti e complessi. Vediamo quello che c’è da sapere in dieci semplici punti su una delle uve più note e più complicate al mondo.
1. Di dove è originario il pinot nero?
Antica uva a bacca nera originaria della Borgogna, è il capostipite della famiglia dei pinot. In patria, il pinot noir esprime i massimi sentori di eleganza e versatilità. I Francesi lo chiamano “enfant terrible”. In particolare, dà il meglio nei premier cru di Côte de Beaune e Côte de Nuits.
2. Perché coltivare il pinot nero è difficile?
Perché non consente errori: richiede meticolosità e scrupolo massimo, in vigna e in cantina.
In vigna: tende a produrre troppo e se si vendemmia guardando alla quantità perde in bagaglio espressivo. È soggetto a muffe perché i grappoli sono molto fitti. Esige impianti a guyot e una densità d’impianto vicina alle seimila piante a ettaro.
In cantina: la vinificazione in rosso del Pinot nero è una bella sfida e porta a risultati variabili di annata in annata, anche nelle zone più vocate. Non è sempre adatto all’invecchiamento: molto dipende dall’annata e dal bagaglio di acidità. Ma coltivato nelle giuste condizioni, il pinot nero regala vini di rara eleganza. E poi mal sopporta la barrique: se acquisisce sentori di legno fatica a smaltirli.
3. Di che condizioni ha bisogno il pinot nero per crescere?
Il pinot nero dà il meglio di sé nelle aree ventilate, non umide e ben esposte, che godono di un caldo non eccessivo e caratterizzate da escursioni termiche giorno-notte. Quindi rende bene se allevato a quote medio-alte: il clima fresco aiuta a preservarne gli aromi.
4. Quale altra caratteristica ha il pinot nero?
Il pinot nero ha una straordinaria caratteristica: saregistrare in modo mirabile le tante sfumature dei diversi terroir, dal momento che si esprime in modo diverso in base alle diverse aree di produzione.
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5. Quando arriva in Italia il pinot nero?
Molto diffuso a livello internazionale (si coltiva anche in Svizzera, Germania, Austria, California, Sud Africa, Australia, Argentina e Nuova Zelanda, per un totale di circa 112 mila ettari - la quinta uva più coltivata al mondo), a fine Ottocento raggiunge l’Italia e qui trova alcuni territori in cui esprimersi al meglio, grazie alla presenza di elementi territoriali favorevoli in termini di clima e giacitura. Nel tempo si è ritagliato uno spazio sempre più importante dal punto di vista qualitativo: l’Oltrepò Pavese e l’Alto Adige hanno fatto da apripista, ma raggiunge risultati interessanti anche in Trentino e in alcune zone della Toscana, dove ha trovato una via espressiva personale dove restituisce in modo netto la matrice territoriale.
6. Dove si coltiva il pinot nero, oggi, in Italia?
Il pinot nero è registrato nel Catalogo nazionale come varietà di vite nel 1970. La superficie, in Italia, è di circa 5050 ettari.
In Italia, il pinot nero eccelle in Alto Adige, Oltrepò Pavese, Franciacorta, Trentino, Valle d’Aosta e anche nel Soave. Molto più problematica è la sua coltivazione nel centro-sud, dove poca è l’escursione termica giornaliera. Fanno eccezione i territori sulla dorsale appenninica, soprattutto umbro-toscane (nell’Aretino) e tosco-emiliane (nel Mugello), dove le condizioni climatiche d’eccellenza per ottimizzare la qualità di questo delicato vitigno sono garantite dalla relativa quota. Anche sulla costa pesarese delle Marche si alleva il Pinot nero.
7. Di più, sul pinot nero in Toscana
Nel Mugello si inizia a coltivare pinot nero dai primi anni 2000: grazie ad alcuni coraggiosi pionieri, questa ricerca ha avviato una vera e propria rinascita di questo territorio.
8. Cosa aspettarsi in un bicchiere di Pinot Nero?
In un bicchiere di Pinot Nero vinificato in rosso, il colore tende al rosso rubino scarico con riflessi granati. Ci si devono aspettare profumi intesi di frutti rossi; su tutti: ribes, more e lamponi. Poco tannico, se giovane esprime bouquet più floreali, mentre se invecchiato emergono note di cuoio, tabacco e spezie.
Il pinot nero può essere vinificato in bianco per creare spumanti con Metodo classico, soprattutto in assemblaggio con lo Chardonnay, a cui imprime corpo, complessità e longevità.
9. Con che cibo si abbina il Pinot Nero?
Tante sono le possibilità per abbinare il Pinot Nero - ne proponiamo qui tre.
Abbinamento vegetariano: provatelo con piatti caratterizzati dai sapori del bosco, per cui piatti con mirtilli, ginepro, funghi, topinambur, tartufo…
Abbinamento con piatti di carne: perfetto con carni delicate, tra cui maiale e pollo.
Abbinamento internazionale: da provare in abbinamento con cibi dalla speziatura complessa ma non eccessiva come accade ad esempio nella cucina indiana.
10. Il Pinot nero più costoso in assoluto?
Il Romanée-Conti Grand Cru: 11.000 euro circa a bottiglia, il vino più caro al mondo, ottenuto da un vigneto di 1,81 ettari, per un totale di 5.500 bottiglie l’anno.