I nostri cugini francesi sono i maestri indiscussi del “taglio bordolese”, con bottiglie mitiche che hanno fatto la storia del vino nel mondo, sia per qualità sia per controparte economica. Sono vini rossi che hanno avuto una parte importante nel determinare il famoso “gusto internazionale”. Ma cos’è e cosa si intende per taglio bordolese?
Nove domande sul taglio bordolese e altrettante semplici risposte.
1. Cosa vuol dire taglio bordolese?
Per “taglio bordolese” si intende un vino fatto assemblando (ovvero facendo un blend, cioè mettendo assieme uve di vitigni diversi) soprattutto Merlot e Cabernet Sauvignon, ma anche Cabernet Franc, Petit Verdot, Malbec o Carmenère.
2. Perché si chiama “taglio bordolese”?
Perché questo genere di blend è tipico dei rossi di Bordeaux, l’importantissima zona vinicola del sud ovest della Francia, divisa in due dall’estuario della Gironda, che gode di un terroir unico. Pare che il nome sia stato dato dai mercanti inglesi, grandi importatori dei vini bordolesi sin dal Medioevo.
Gli inglesi lo chiamano: Bordeaux blend, in Francia Assemblages Bordelais.
Ma non si fanno i tagli bordolesi solo a Bordeaux: ce ne sono di molto noti anche in Italia, come vedremo.
3. Tornando ai vitigni, quale apporto dà ciascuna delle diverse uve?
L’obiettivo del taglio bordolese è fondere uve con caratteristiche complementari.
Il Merlot conferisce note eleganti e fruttate (frutti rossi), rotondità e morbidezza.
Il Cabernet Franc è un’uva che dà al vino tannicità, aromi erbacei e di legno, oltre a un profilo austero.
Anche il Cabernet Sauvignon contribuisce a conferire finezza di aromi (frutti neri su tutti), corpo, struttura e capacità di invecchiamento.
Il Petit Verdot è un’uva molto nobile, che regala colore, acidità, finezza, note speziate e longevità.
Il Malbec è utile per infondere al vino colore e tannini – è l’uva a bacca nera più coltivata in Argentina.
Il Carmenère ha tratti più scontrosi e vegetali. Oggi è poco usato a Bordeaux, mentre è molto coltivato in Cile.
4. Perché tradizionalmente predominano Merlot e Cabernet Sauvignon nel taglio bordolese?
La ragione va cercata in vigna. Il Merlot matura un mese prima del Cabernet Sauvignon, il che dà la possibilità ai viticoltori di portare in cantina prima l’uno e poi l’altro, vinificarli separatamente e poi assemblarli. La fermentazione malolattica è generalmente svolta in barrique.
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5. Come sono, i vini ottenuti con taglio bordolese?
Si tratta di grandi vini rossi che sanno coniugare potenza, eleganza e ottima longevità (possono evolvere anche oltre 30 anni). Diversi da regione a regione, tendono a essere vini di colore rubino profondo se giovani, rosso granato se invecchiati. Hanno profumi eleganti e fini, tannini vellutati.
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6. Il taglio bordolese nel mondo?
Oggi il “taglio bordolese” viene utilizzato in tutto il mondo, nelle sue diverse interpretazioni regionali, che non escludono la presenza anche di vitigni autoctoni, come accade in Italia. De resto, il taglio bordolese è fatto con alcune delle uve più diffuse al mondo.
Il rosso “Meritage” è l’equivalente del taglio bordolese per i vini californiani.
7. Il taglio bordolese in Italia?
In Italia, scrivi taglio bordolese e leggi Supertuscan (termine inventato dalla stampa anglosassone, probabilmente da James Suckling), cioè i rossi prodotti in Toscana, nel litorale maremmano, nella zona di Bolgheri, che si sono emancipati dal disciplinare utilizzando i vitigni citati in associazione all’autoctono Sangiovese. Su tutti: il Sassicaia.
Ma rossi prodotti con taglio bordolese oggi sono diffusi su tutta la penisola. In particolare li troviamo soprattutto in Trentino, dove in alcune cantine sa raggiungere risultati straordinari, in Alto Adige, nei Colli orientali del Friuli, in Veneto sia nell’alto vicentino (nell’area della DOC Breganze) sia nei Colli Euganei.
8. Come si abbinano i tagli bordolesi?
Sono i vini adatti ad accompagnare pietanze importanti, ma si possono anche interpretare come vini da meditazione. In cucina: provateli con carni rosse quali stracotti, brasati o arrosti.
9. Esiste il taglio bordolese in bianco?
Sì, nel senso nell’area di Bordeaux si fanno anche vini bianchi frutto di assemblaggi di uve diverse. Il taglio bordolese in bianco prevede l’utilizzo di Sémillon, Sauvignon Blanc e Muscadelle, a volte con Sauvignon Gris e Ugni Blanc (quello che per noi è il Trebbiano).
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