Classe 1992, sommelier dal 2013, Stefano Berzi ha appena vinto il concorso di migliore sommelier d’Italia AIS 2021, premio Trentodoc. Gli abbiamo chiesto come si arriva su quel podio. Ecco la sua intervista!
Lo scorso 21 novembre, a Bologna, nel contesto del 54esimo Congresso Nazionale Ais di Bologna, Stefano Berzi è stato premiato quale migliore sommelier d’Italia. Secondo classificato: Davide D’Alterio, della delegazione AIS di Livorno; terzi ex aequo: Massimo Tortora (della delegazione AIS di Livorno) e Simone Vergamini (delegazione AIS di Lucca).
Ecco la storia di Stefano Berzi, e come è diventato migliore sommelier d’Italia.
Come ci si sente dopo la vittoria?
Forse il sentimento più forte che si prova è quello dell’avvento dell’inaspettato. Lo studio, per me, c’è sempre stato tantissimo ma quando ci si confronta davvero con i migliori sommelier in Italia, e si vince, alla fine lo stupore per avercela fatta è grande.
Come è nata la tua passione per il vino?
La mia è una storia piuttosto classica: mio padre è sommelier da 30 anni e ha avuto sempre un’osteria di famiglia, dal 1860. All’Hosteria Del Vapore ci sono nato e se anche da bambino avevo altre ambizioni con il tempo mi sono avvicinato a questo mondo con consapevolezza nuova e ho iniziato ad amare il mondo del vino. Anzi direi che non ho potuto non amarlo.
Come si studia per il concorso di migliore sommelier d’Italia avendo un ristorante?
Con l’aiuto di una grande squadra. Io sono il titolare dell’Hosteria ma non avrei potuto fare nulla senza mia madre e mio padre, Monica e Paolo, e la nostra bella brigata. Loro mi hanno permesso di dedicarmi allo studio, ma anche di muovermi e girare molto – l’altro aspetto importante di questo lavoro – sapendo di essere coperto e in ottime mani.
Il ristorante poi è un grande campo di ricerca: ti consente di restare sempre aggiornato sul mondo vino e ti dà anche identità, consentendoti di fare scelte precise. Selezionare cantine e vini non significa eleggere qualcuno più bravo di qualcun altro ma selezionare le realtà più rappresentative per te e per il tuo locale.
Si apre la tua carta dei vini e cosa ci si trova?
Le nostre scelte sono tutte nella direzione dei piccoli artigiani, per dare voce a chi non ne ha o comunque ha molta meno risonanza rispetto ad altri. Decidere di lavorare con i piccoli vignaioli ha molto significato specialmente in un piccolo paese (l’Hosteria sta a Carrobbio degli Angeli, in provincia di Bergamo), dove i nostri clienti non possono capitare per caso ma anzi vengono appositamente. Per noi in Hosteria ha più senso dare motivo di venire a trovarci attraverso chicche e selezioni difficilmente rintracciabili altrove, sempre con il massimo rispetto verso i grandi nomi che hanno fatto la storia del vino.
Come si diventa migliore sommelier d’Italia?
Con tre qualità. La base è la passione, poi ci sono lo spirito di sacrificio e lo studio continuo. Oggi il sommelier è una figura a 360 gradi, che studia sempre e tutto, anche allontanandosi dal puro ambiente del vino e del servizio. Quindi serve essere interessati alla storia dei produttori e dei territori, alle tecniche di cantina, serve naturalmente sapere raccontare il vino, così come studiare grappe, distillati, ma anche il tè, per esempio.
I progetti futuri di Stefano Berzi?
Come migliore sommelier d’Italia 2021 voglio lavorare al massimo come ambasciatore del Trentodoc e dell’AIS: quest’anno sarà tutto dedicato a questo.
Il mio obiettivo di vita è la continua formazione, l’accrescimento costante lavorando su me stesso. Migliorare conoscendo e imparando è una cosa farò studiando ma anche grazie alle persone.
Il tuo consiglio per chi vuole capire davvero il vino
Lasciarsi conquistare da questo mondo bellissimo, fatto di studio e di conoscenza, ma anche di persone, di areali e di storia: il vino è un bellissimo mix di cultura e di passione. Il consiglio è quello di dedicarsi appieno e non darsi per arrivati mai, continuando a tenersi aggiornati. Ne ho parlato con tanti colleghi nei giorni del concorso: quello del vino + un ambito di pura passione, a volte quasi un’ossessione, quella che ti fa alzare presto la domenica mattina per andare a trovare un produttore, quella che non ti fa mai sentire sazio.
Il tuo consiglio per chi vuole partecipare al concorso di migliore sommelier d’Italia
Di percorrere la scelta fino in fondo: quella del concorso è un’esperienza bellissima per la propria formazione personale - perché ci si prepara studiando tantissimo - ma lo è anche dal punto di vista umano. Implica di mettersi in gioco assieme a ottimi professionisti e a grandi persone. È una scelta di confronto per chi ha ambizione e non teme di mettersi alla prova.
L’esperienza dà tantissimo in termini umani e di crescita: i concorrenti sono prima di tutto amici e le uscite assieme, in cui si fa a gara per portare cose da assaggiare scambiandosi opinioni, rimangono tra i ricordi più belli.