Volevamo essere artigiani: produrre e plasmare una materia viva. Desideravamo vivere secondo i ritmi dell'universo, accettando la quiete malinconia invernale per poi godere, in primavera, dell'esplosione della natura.
Il Palagione è un antico podere costruito nel Cinquecento lungo la via che congiunge San Gimignano a Volterra. La vecchia casa colonica, sulla sommità della collina, conserva inalterate le sue caratteristiche di architettura rurale e, ancora fino alla metà del secolo scorso, ospitava le famiglie contadine che lavoravano i campi circostanti.
Inseguendo un sogno, nel 1995 decidiamo di acquistare la proprietà per ridare vita a una realtà agricola così significativa. In breve tempo, ristrutturiamo l’antico casale e reimpiantiamo i vigneti; poi si edifica la cantina, dotata delle più moderne attrezzature per la lavorazione rispettosa e delicata delle uve, ricavando sottoterra una bottaia che garantisce la migliore conservazione dei vini e un affinamento equilibrato. Nel 2014 abbiamo acquistato altri vigneti in località Montagnana e raggiunto una superficie fondiaria di circa 50 ettari (17 destinati a vigneto specializzato, 3 a oliveto, 7 a noceto e ciliegeto; il restante a seminativo e bosco). Oggi conosciamo le caratteristiche specifiche di ciascuno dei nostri vigneti, coltivati in regime biologico e curati secondo una zonazione che esalta i micro-terroir di ogni singolo appezzamento. Raccogliamo l’uva a mano, solo dopo un accurato studio delle maturazioni e di ripetuti assaggi: portarla in cantina nel momento più appropriato è il primo passo per fermentazioni spontanee in grado di valorizzare la tipicità dei nostri vini.
Abbiamo fatto tutto questo perché sentivamo il desiderio di essere, di pensare, di vivere di gesti arcaici, come potare: si taglia pensando alla prossima produzione, si raccoglie la legna, la si lascia seccare per poi bruciarla, cucinando sopra di essa e riscaldando il vecchio cascinale.
Volevamo essere fisicamente stanchi e intellettualmente felici, intenti in un progetto che non volesse subito vedere il frutto della propria scelta ma che fosse spostato in avanti, con i tempi della natura.
Volevamo dare ai nostri figli l’opportunità di una scelta consapevole e diversa, senza condizionamenti: la faccia del mondo industriale già la conoscevano. Ed avendo da sempre amato il vino, la storia e l’arte, non avremmo potuto scegliere un posto migliore della Toscana.
Monica e Giorgio, con Giulia, Gregorio, Gabrio e Ginevra