Tappa #37
La tappa #37 di Sommelier Wine Box (aprile 2021, guidata dal sommelier Gabriele Scalici) è stata all’insegna dei "vini del sale".
Chi vuole toccare il cuore del vino non può non toccarne uno degli aspetti chiave: la sapidità. Negli anni il gusto globale ha incensato altre peculiarità, dal tannino al titolo alcolometrico. Ma la sapidità giocherà sempre un ruolo fondamentale nell'esperienza degustativa, specie nei vini destinati ad accompagnare un buon pasto.
Cos'è la sapidità, in un vino? E perché crediamo di percepirla? Tralasciando la fredda spiegazione fisica, che parla di metalli, di anioni di acidi organici e inorganici, la sapidità nel vino è data dalla presenza di sostanze minerali, che variano in funzione delle caratteristiche del terreno, del clima, la vicinanza del mare o a un corso d'acqua. Le pratiche di cantina, l'affinamento e la conservazione influiscono ulteriormente: si può facilmente comprendere quanto la sapidità riveli del vino che abbiamo nel calice, senza dimenticare che spesso è proprio la sensazione minerale, insieme all'acidità, a generare la voglia - a volte irrefrenabile - di bere ancora un sorso, e poi un altro, e un altro ancora.
Abbiamo deciso di proporre "vini di sale" per confrontare vini diversi da diversi territori, accomunati da precise sensazioni saline, la cui gradevolezza indica in modo chiaro, come il nord in una bussola, la qualità di quello che stiamo bevendo.
Le cantine proposte sono: Giannitessari, Fabio Ferracane e Monti Cecubi.