Gran parte dei winelovers - italiani e non - conoscono bene le virtù del nostro Belpaese, incastonato nel Mediterraneo e disteso su una porzione del pianeta particolarmente favorevole per la viticoltura.
Il centro Italia possiede uno storytelling potente e condensa nelle proprie regioni (convenzionalmente Toscana, Umbria, Abruzzo, Marche e Lazio) tutte le qualità e le peculiarità riscontrabili nel resto d'Italia, da Vipiteno a Lampedusa.
La storia nelle nostre regioni centrali è... dalla parte di Fufluns, il corrispettivo etrusco del dio greco Dioniso e in seguito del dio romano Bacco. La coltivazione della vite e la produzione di vino, infatti, risalgono all'epoca etrusca come attestano numerose testimonianze, come gli affreschi delle tombe Golini a Orvieto.
Il centro Italia è un piccolo continente vinicolo, racchiuso tra due mari: vi troviamo la viticoltura eroica dell'isola del Giglio di Ponza e Terracina, quella di montagna di Careggine, vini strutturati come il Sagrantino di Montefalco e più delicati e minerali come la Vernaccia di San Gimignano, mostri sacri consolidati come il Brunello di Montalcino e produzioni il cui successo è in ascesa, come il Montefalco Rosso. Impressionante è la varietà geologica: nelle regioni centrali si produce vino da terreni vulcanici (Orvieto) o caratterizzati da strati di origine marina (le colline marchigiane nel territorio di Jesi e Morro d'Alba), terre rosse argillose miste a formazioni gessose solfifere, marna, galestro e palombino (come a Montalcino). Numerosa è la presenza ampelografica, specialmente nel settore dei vitigni autoctoni: nelle cinque regioni principali del centro Italia si possono contare non meno di trenta vitigni nativi. Tanta varietà porta con sé spontanee diversificazioni nelle vinificazioni: basti pensare agli spumanti e ai Verdicchio dell'area marchigiana, alla versatile Lacrima di Morro d'Alba, ai robusti rossi toscani e umbri, passando per i celebri vinsanti.
Il centro Italia è davvero un caleidoscopio meraviglioso, tutto da scoprire!
