Patrizia Loiola, sommelier di Tappa 43: ottobre 2021

Nasco a Roma nel 1963 e di quegli anni mi porto il progresso e il senso di ribellione per il conformismo. Cittadina del mondo, vivo in Veneto lungo il Piave. Il vino per me è un elemento di contaminazione cognitiva, una potente metafora di apprendimento che ci aiuta a conoscerci meglio, a sviluppare le nostre competenze, a stimolare la nostra creatività.

Da 30 anni formatrice per la valorizzazione delle risorse umane, sviluppo progetti innovativi in ambito sociale e di sviluppo territoriale.

Il mio primo approccio con il vino risale ai magnifici 19 anni della maturità, neo diplomata, assunta come primo lavoro in hotel a servire i vini in sala... Lì nasce la passione. Un destino forse, rafforzato qualche anno dopo quando un amico mi regala un tastevin d’argento che metto al collo nel 2004 dopo il corso per sommelier Fisar, di cui sono, dal 2018, consigliere nazionale e responsabile della comunicazione.

Wine educator per ristoranti, istituti scolastici, società di formazione, utilizzo il vino come metafora di apprendimento esperienziale nelle aziende, inventando modalità originali di utilizzare “il nettare degli dei” come metodologia di storytelling.

Da sempre socia Slowfood dove mi occupo di progetti educativi, dal 2013 contributor per la Guida Slow Wine di cui sono coordinatrice per il Veneto: un grande privilegio che mi permette di coltivare la mia grande passione: la scrittura.

Raccontare le storie dei vignaioli e delle vignaiole, dei loro vini, dei territori è l’aspetto più emozionante che mi lega al mondo del vino.

Patrizia Loiola