È una persona umile, Carlotta Salvini: se vince ringrazia tutto il gruppo, se eccelle dice che qualcuno le ha trasmesso la voglia di farcela. In realtà è una sommelier preparatissima, con più di una laurea in tasca, che sogna di portare i piccoli vignaioli italiani all’eccellenza internazionale che meritano. È la migliore sommelier d’Italia FISAR del 2019, e abbiamo avuto l’onore di intervistarla.
Anni, se si può chiedere…
Vendemmia 1987… 32 anni!
Quando, la scintilla per il vino?
Frequentando il corso da sommelier… è stata la mia prima finestra aperta sul mondo del vino.
Vino del cuore?
Françoise Bedel Cuvée Robert Winer 1996.
La cosa più bella dell’essere sommelier…
Avere la possibilità di conoscere l’immenso panorama di eccellenze vitivinicole e sentire la responsabilità comunicarle e rappresentarle al meglio.
La più negativa
Fare un lavoro che piace e appassiona assorbe tantissimo del tuo tempo; spesso non me ne accorgo, ma può pesare sulla famiglia, sulle amicizie, sugli affetti.
È un buon momento, questo, per essere una sommelier donna. Donatella Cinelli Colombini ci ha raccontato che sebbene le disparità di genere siano ancora forti le donne, oggi, si fanno sempre più strada nel mondo del vino
Ritengo che sia sempre più importante sensibilizzare non solo sulla figura della donna sommelier, ma in generale sul ruolo delle donne che operano nel vasto mondo del vino, favorendo sempre più il coinvolgimento del mondo femminile nel settore viti-vinicolo e della ristorazione. Il comparto del vino ha bisogno delle competenze interdisciplinari così tipiche delle donne: dall’inglese, al marketing, dalla comunicazione digitale alla tecnica di incoming enoturistico, dall’enologia all’hospitality.
Nel 2019 sei diventata migliore sommelier d’Italia FISAR. Come ti sei preparata?
Studio teorico, e soprattutto molto, molto allenamento pratico!
Qual è il segreto per vincere il titolo di migliore sommelier dell’anno?
Devo ammettere che il risultato ottenuto è frutto di un grande lavoro di squadra: ho la fortuna di essere circondata da persone che mi hanno trasmesso la passione e la determinazione indispensabili per arrivare in alto.
In cosa sei brava?
Il vino insegna a fidarsi sempre di se stessi, delle proprie sensazioni. Non so se mai diventerò brava in questo ma è un esercizio di vita importante che perseguo fedelmente, tutte le volte che assaggio un vino.
Ci sono delle persone che hanno cambiato la tua vita, ispirandola?
La mia famiglia e i miei più cari amici sono fonte quotidiana di ispirazione: la stima – ricambiata – di queste persone e il confronto continuo con chi mi sta attorno mi aiutano a cercare sempre la versione migliore di me stessa.
Sfide future?
Mi piacerebbe riuscire a portare la figura del sommelier italiano anche oltre confine, e permettere soprattutto alle piccole realtà vitivinicole di grande eccellenza di trovare un loro spazio e il posizionamento nei mercati esteri.
E infine, un consiglio per gli appassionati del vino…
Consiglio di non fermarsi davanti ai nomi blasonati e alle etichette più conosciute, ma di cercare e sostenere anche e soprattutto le piccole realtà territoriali, dove non mancheranno le sorprese. Tra enoteche e siti di rivendita specializzati, le occasioni oggi non mancano. E perché non cogliere l’occasione per visitare le cantine? Oltre ad essere di sostegno per il turismo locale è una grandissima opportunità per scoprire le bellezze del nostro territorio.