vini biologici

Selezioni di febbraio - grandi vini biologici

Selezioni di febbraio - grandi vini biologici

Ecco le selezioni dei vini di febbraio, dedicate ai grandi vini biologici, selezionati da Stefano Berzi (migliore sommelier d'Italia AIS 2021).

Le cantine

Antica Enotria, Cerignola (FG)

Siamo a Cerignola, in provincia di Foggia.

I vitigni e i campi della cantina si estendono dall’entroterra verso il mare, in un mix di paesaggi fatti di sole e vento che regala un terroir unico al mondo.

Luigi Di Tuccio coltiva la sua vigna solo con metodi naturali, utilizzando esclusivamente sostanze organiche compostate.

Mantiene e aumenta la fertilità del terreno grazie al sovescio (quella pratica agronomica che consiste nell'interramento di varie colture per mantenere o aumentare la fertilità del terreno), aggiungendo al terreno piante appositamente seminate come trifoglio, senape e leguminose.

Sole e il lupo, Lapio (AV)

Azienda nata nel 2018 per volere dei fratelli      Antonio e Angelo Melchionno, due giovanissimi ragazzi che ereditano le vigne di famiglia e decidono di dar luce alla loro creatura.

Poco più di cinque ettari, tutti di proprietà in uno degli areali più vocati della DOCG del Fiano, Lapio, nel cuore dell'Irpinia.

Hanno deciso di dare vita a un vino concepito nella migliore maniera artigianale possibile, senza l'aggiunta di lieviti selezionati e con interventismo in cantina ridotto davvero al minimo.

Dryas, Montefredane (AV)

Il nome della cantina, Dryan, è ispirato dalla presenza di una quercia secolare sul terreno dove è stato realizzato, nel 2011, il vigneto per la produzione del Fiano.

La spumantizzazione del Fiano di Avellino è la scommessa che Stefano e Rossella Loffredo, con la consulenza dell'enologo Carmine Valentino, concretizzano con la prima produzione del metodo classico del 2013. Le successive vendemmie vedono la nascita, oltre al classico, di un metodo charmat e di un Fiano fermo, il Griseo. Questi spumanti sono ottenuti con un accurato lavoro in vigna e in cantina, al fine di esaltare una precisa identità del territorio particolarmente vocato alla produzione di Fiano di Avellino.

LE ORMERE, Avellino

L’azienda vinicola Le Ormere nasce nel 2012      della comune passione per il vino che anima sin da giovani i soci Fiore Cecere e Carmine Iannaccone.I due hanno un sogno: intraprendere un percorso di cura massima del vigneto per ottenere i migliori risultati possibili e arrivare a un prodotto di assoluta qualità.

Per Le Ormere la gestione della vigna attenta e controllata è indispensabile per ottenere una materia prima che preservi le migliori caratteristiche del vitigno. Tutte le principali operazioni colturali (come potatura, legatura, sfogliatura e diradamento dei grappoli) vengono eseguite manualmente.

Anche la vendemmia è manuale, fatta al raggiungimento di un grado di maturazione ottimale delle uve.

La vinificazione è fatta senza l’utilizzo di coadiuvanti enologici e priva di interventi volti a limitare la naturale evoluzione del prodotto così come è      limitato anche il contenuto di solfiti in bottiglia.

Brandolini, San Damiano al colle (PV)

L’azienda nasce nel 1873, nel comune di San Damiano al Colle; l’attività è stata poi portata avanti dalle successive generazioni fino a quando Alessio Brandolini, appena laureato, assume la conduzione dell’azienda, pieno di idee ed entusiasmo.

I vigneti sono situati per la maggior parte nel comune di San Damiano al Colle, e in minore quantità nei comuni di Rovescala e Montù Beccaria, per un totale di 9 ettari.

Le varietà coltivate sono: Barbera, Croatina, Uva Rara, Pinot Nero da vinificazione in rosso, Malvasia, Riesling, Chardonnay, Pinot Nero vinificato in bianco.

In vigna non vengono utilizzati concimi di sintesi e in cantina utilizzano tecniche come la criomacerazione, fermentazioni a bassa temperatura e lunghi contatti con le bucce, in modo da estrarre al meglio le sostanze aromatiche naturalmente presenti nelle uve.

I Custodi dell'Etna, Contrada Mognazzi, Costiglione di Similia (CT)

Mauro Paoluzi conduce la sua vigna sull’Etna in modo naturale e organico, senza fare uso di prodotti chimici di sintesi, nel rispetto del paesaggio e della natura.

L’Etna è un territorio incredibile ed estremo: le colate laviche hanno lasciato un terreno molto variabile, il microclima è segnato da escursioni termiche estreme e la siccità si fa sentire nei terreni vulcanici e sabbiosi.

Vengono coltivate Carricante, Minnella, Grecanico, Malvasia, Visparola per i bianchi, e poi i rossi Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Alicante che sono i vitigni storicamente coltivati sull’Etna.       

La viticoltura praticata dalla cantina è una viticoltura primordiale e faticosa.
La vite è allevata ad alberello, ad alta densità.
La cura delle vigne è manuale e indirizzata a ogni singola pianta.
Le vendemmie avvengono tardi, solo a perfetta maturazione, e sono raccolti solo grappoli sani, per dare vita a grandi vini in cui si respira il sapore dell’Etna.

Menti, Montebello Vicentino (VI)

Una famiglia di viticoltori e produttori di vino nella terra di Gambellara, tra Vicenza e Verona. Menti è      una dinamica cantina a Montebello Vicentino, che produce vini vulcanici da uva Garganega, tra cui i famosi Recioto di Gambellara e Vin Santo, ma vanta anche la produzione di olio d'oliva e miele, fatti con un approccio biologico, attento e rispettoso dell’ambiente e della terra.

La Garganega è il vitigno autoctono più importante della zona e grazie al grappolo spargolo e alla buccia spessa presenta una buona resistenza alle malattie e si candida come uno dei migliori vitigni per la produzione di passiti.

I tre tipi di vini bianchi che si producono in quest’area sono il Gambellara (vino secco che si fregia della menzione “Classico” quando deriva dalla zona collinare di più antica tradizione), il Gambellara Vin Santo e il Gambellara Recioto (questi ultimi sono vini dolci ottenuti dall’appassimento della Garganega.)La cantina interpreta con passione la Garganega in varie declinazioni, con un tocco sia classico che moderno, con l’aiuto della tecnologia e dell’innovazione, ma sempre elegante e minerale.

BOX ENTUSIASTA

Irpinia Aglianico "Lapianico", Il sole e il lupo

Un vino fatto con aglianico in purezza, che fa 6 mesi in barrique e altrettanti in bottiglia.

Un aglianico dal colore rosso purpureo, tutto giocato sul frutto, sulla croccantezza e sulla florealità a fare sfondo, in prevalenza frutta scuro (mora mirtillo, ribes nero). Il tannino è succoso, non troppo astringente, l’acidità è molto bella e slancia il sorso.

Abbinamento suggerito: primi piatti di carne, perfetto con tagliatelle al ragù di manzetta.

Degustare ora o tra 5-6 anni.

Servire a 14-16° C.

Puglia Rosso "Nella Mia Terra", Antica Enotria

Blend di Montepulciano, Sangiovese e Nero di Troia, solo acciaio.

Abbinare a pizza salsiccia e friarielli o a un antipasto di salumi all’italiana.

Rosso rubino per un vino tutto giocato sull’immediatezza e sulla beva. Al naso: frutti rossi, fragola, lampone, bella la parte floreale e anche la nota appena ematica, molto intrigante.

È perfetto da bere adesso, goderne subito o tra 2 anni al massimo.

Servire fresco, a 13-14° C.

Spumante di Fiano Brut Metodo Charmat 2020, Dryas

Spumante ottenuto da metodo charmat con fiano in purezza, rifermentato in autoclave per sei mesi. Affina in bottiglia per altri tre. 

Dal colore giallo dorato. Al naso emergono soprattutto sensazioni che ricordano il glicine, i fiori di sambuco, la frutta a pasta gialla matura (pera, mela cotogna, mela), assieme a lievi sensazioni fumé che fanno da sottofondo. Fresco e dalla bella acidità.

Degustare ora, che è al top, o al massimo fra due anni.

Abbinare con pescato fresco o sushi. Per un abbinamento vegano, provarlo lo una quique di verdure.

Servire a 6-8° C. 

BOX APPASSIONATO

Irpinia Aglianico "Lapianico", Il sole e il lupo

Un vino fatto con aglianico in purezza, che fa 6 mesi in barrique e altrettanti in bottiglia.

Un aglianico dal colore rosso purpureo, tutto giocato sul frutto, sulla croccantezza e sulla florealità a fare sfondo, in prevalenza frutta scuro (mora mirtillo, ribes nero). Il tannino è succoso, non troppo astringente, l’acidità è molto bella e slancia il sorso. 

Abbinamento suggerito: primi piatti di carne, perfetto con tagliatelle al ragù di manzetta.

Degustare ora o tra 5-6 anni.

Servire a 14-16° C.

Greco di Tufo Docg 2020, Le Ormere 

Vino prodotto a partire da uve greco in purezza, coltivate a 550 metri sul livello del mare e vendemmiate nella seconda metà di agosto, viene affinato per dodici mesi in acciaio.

Abbinamento: è perfetto con carni bianche come la quaglia lardellata.

Giallo paglierino intenso per un bianco di grande struttura: del resto il Greco è un vitigno a bacca bianca “travestito” da rosso. Un vino “spesso”, che al naso sprigiona sia note di frutta a pasta gialla sia agrumi (soprattutto arancia); belli i ricordi salini. Un vino che gioca tantissimo sulla mineralità, fresco, rotondo, persistente.

Servire a 8-10° C.

Bere ora ma si può tenere in cantina anche 7-10 anni.

Note d'Agosto Metodo Classico Rosè, Alessio Brandolini

Questo Metodo Classico è prodotto esclusivamente nelle annate favorevoli.

Le uve, 100% Pinot nero, vengono raccolte in cassetta da 18 kg e viene tenuta solo la prima spremitura.

Breve macerazione di 3/4 ore sulle bucce in modo da ottenere il colore rosato tipico. Il vino rimane sulle fecce fini fino al momento del tiraggio.

Dopo la maturazione le bottiglie vengono sboccate e dosate solo con lo stesso vino, senza aggiunte.

Di un bel colore rosa, l’impatto al naso è intenso con sentori di frutti di bosco, ribes ed erbe balsamiche. In bocca è equilibrato con una buona acidità, sapidità e persistenza.

La bollicina è importante e ben presente, per uno spumante molto teso, carico di una tensione che si sviluppa in aromi che richiamano il melograno, la clementina e fiori rossi come viola e violetta. Una bellissima acidità si intreccia alla mineralità spiccata.

È un rosato da bere con i crostacei: provatelo con il granchio reale.

Degustare ora o anche tra 5 anni.

Servire a 8-10° C.

BOX ESPERTO

Note d'Agosto Metodo Classico Rosè, Alessio Brandolini

Questo Metodo Classico è prodotto esclusivamente nelle annate favorevoli.

Le uve, 100% Pinot nero, vengono raccolte in cassetta da 18 kg e viene tenuta solo la prima spremitura.

Breve macerazione di 3/4 ore sulle bucce in modo da ottenere il colore rosato tipico. Il vino rimane sulle fecce fini fino al momento del tiraggio.

Dopo la maturazione le bottiglie vengono sboccate e dosate solo con lo stesso vino, senza aggiunte.

Di un bel colore rosa, l’impatto al naso è intenso con sentori di frutti di bosco, ribes ed erbe balsamiche. In bocca è equilibrato con una buona acidità, sapidità e persistenza.

La bollicina è importante e ben presente, per uno spumante molto teso, carico di una tensione che si sviluppa in aromi che richiamano il melograno, la clementina e fiori rossi come viola e violetta. Una bellissima acidità si intreccia alla mineralità spiccata.

È un rosato da bere con i crostacei: provatelo con il granchio reale.

Degustare ora o anche tra 5 anni.

Servire a 8-10° C.

NERELLO CAPPUCCIO Terre Siciliane BIO, I Custodi delle Vigne dell'Etna     

Da nerello cappuccio in purezza, coltivato a 700 metri sul livello del mare, su vigneti situati sul versante nord dell'Etna.

Perfetto in abbinamento con piatti di carne bianca, come per esempio il coniglio di Schitana.

Un vino di colore rosso rubino caratterizzato da una bella vinosità, con aromi di frutti non maturi. Le note richiamano frutti rossi e neri come ribes, fragola, lampone, mora, mirtillo, sentori di tabacco da pipa. Un rosso turgido, con una bella acidità e decisamente vulcanico, con affascinanti note sulfuree. Un rosso che vive di acidità, dal tannino poco marcato ed elegante.

Servire a 14-16° C.

Degustare ora o tra 5 anni.

MONTE DEL CUCA, Menti

Garganega di Gambellara in purezza, da un vigneto Monte del Cuca di soli 0,5 ettari, esposto a ovest e a un’altitudine di 140 metri sul livello del mare. 

Una garganega che fa macerazione sulle bucce: questo procedimento le fa perdere la classica veste dorata e virare verso un colore dal tono più aranciato. La tannicità, altrimenti tipica dei rossi, la rende molto particolare e richiama una sensazione di tè, con profumi di tè nero. In bocca asciuga il palato, regalando sensazioni che richiamano la cipria, la buccia dell’arancia, e una bella nota amarognola.

Da provare con antipasti di verdure come giardiniera di quinoa, per una soluzione vegana. In generale è perfetto con la cucina esotica, per esempio quella thai, anche piccante e speziata.

Servire a 10-12° C.

Può stare in cantina anche 10 anni.

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