Tappa #2
Guidata da Gabriele Scalici, aprile 2018
Fontanabianca è una piccola grande azienda di Langa, fondata in contrada Bordini dal nonno di Matteo, l'attuale responsabile, nel 1969. La prima bottiglia prodotta è il Barbaresco Bordini, vero cavallo di razza e vino di punta della casa, l'anno successivo. Ai tempi del nonno si vendevano le uve e il vino sfuso in damigiana; poi, a causa di una sua brutta malattia, le redini passano alla seconda generazione, al papà di Matteo, che ha iniziato a rinnovare la cantina nei macchinari e nelle strutture. Dal 1985 inizia il grande percorso di qualità con le prime vendite all'estero, in Germania e Svizzera, e successivamente negli Stati Uniti e nel nord Europa. Ecco cos’è Fontanabianca per Matteo: "Per me la scelta di stare in azienda è stata ovvia, siamo cresciuti in questo mondo fin da neonati. Basta pensare che nostro nonno materno, sin da piccoli, a pranzo ci faceva assaggiare il Dolcetto con un po' d'acqua. E durante il periodo di vendemmia, ogni pomeriggio eravamo in cantina o nei vigneti con i nostri genitori a vendemmiare e pigiare. Da lì nasce una passione fulminante per il vino che ti porta a comprendere, crescendo, non solo gli aspetti giocosi e spensierati, ma anche le difficoltà di questo lavoro. In vendemmia, ad esempio (pochi lo dicono), si lavora per 16-18 ore al giorno perché le fermentazioni e i rimontaggi non posso fermarsi mai. Le annate, poi, non sono tutte eccezionali; ad esempio nel 2002, per condizioni climatiche pessime non abbiamo imbottigliato nulla. Un impatto simile, per una piccola azienda a conduzione familiare come la nostra, è immane. E poi, per promuovere i vini si fanno viaggi estenuanti e quando si ritorna a casa il lavoro è triplicato. Da un paio d'anni mio papà mi ha lasciato sempre più spazio in azienda, soprattutto nel gestire la vinificazione. Da questo percorso di crescita ha preso vita qualche anno fa il progetto di proporre un Metodo Classico, anche grazie all'insistenza di alcuni miei amici di Leva. Sono proprio loro che hanno registrato il nome del vino, chiamandolo Classe '91, in onore al nostro anno di nascita. Nell'immediato futuro, vogliamo ampliare e ristrutturare la cantina, per fornire sempre più efficienza e garantire un'offerta migliore ai nostri ospiti. È bello pensare che anche mio fratello più piccolo abbia di recente intrapreso gli studi in enologia! La speranza è che anche lui si fermi in azienda e che la famiglia Pola continui per generazioni a coltivare questa grande passione e a promuovere i vini di Fontanabianca nel mondo".
Il 1930 è l'anno in cui inizia la storia da viticoltori per la famiglia Rivetti. Una piccola realtà, i cui terreni sono lì dove terminano i cru di barolo e iniziano quelli di barbaresco: una collina appena fuori Alba, il Bricco Capre, che condivide con i grandi nomi del vino l'aria, la terra, la cultura e il terroir unico delle Langhe. Dobbiamo attendere il 1968 per trovare in Mario una passione forte in grado di elevare la produzione verso la qualità e la commercializzazione dei vini in proprio. Precursore, ha saputo rendersi indipendente vinificando le proprie uve, pratica davvero audace per il tempo. L'impronta aziendale è stata sapientemente infusa da Mario fino alla prematura scomparsa nel 2000, ma ha trovato nelle figlie Anna Maria e Loredana (è il caso di dirlo!) terreno fertile. Grazie a loro e all'impegno dei mariti Domenico e Giuseppe si assiste oggi ad un'ulteriore accelerazione. La loro passione per il vino si traduce nella cura di ogni aspetto della produzione secondo la regola della buona pratica. Sostenibilità ambientale e rispetto per la vigna, utilizzo di concimi naturali, pratiche enologiche poco invasive. Questa è la firma di una conduzione familiare, unita e vincente. Sono 10 gli ettari vitati che regalano una piccola, preziosa, produzione con in prima linea 6 etichette principali di cui tre rossi da nebbiolo, barbera e dolcetto, due bianchi da chardonnay e favorita e il moscato d'Asti. Vini con un'anima, quotidiani, ciascuno con le proprie sfaccettature. Profumi e sorsi in grado di regalare quell'aspetto anche ricercato, intimo e importante, che è proprio dei vini di pregio, vini che emozionano all’assaggio.
Nel sud est del Piemonte, a sud della regione del Gavi, si trovano Tortona e i Colli Tortonesi. Questi rilievi sono la culla di uno dei più affascinanti vitigni autoctoni d'Italia: il timorasso. È un'uva che possiede il dono, come solo poche altre, quellodi sviluppare tipologie di profumi e sapori di incredibile complessità con il trascorrere degli anni. Paolo Carlo Ghislandi, responsabile ed enologo dell'azienda I Carpini, è l'uomo che ha dato vita alla Cascina di Pozzol Groppo così come è oggi. Acquistata alla fine degli anni novanta, Paolo Carlo ha dedicato mesi di studio, di vero e proprio ascolto, prima di progettare vigne e cantina. Le caratteristiche pedoclimatiche in cascina sono eccellenti, ma per la produzione vinicola ciò non bastava: occorreva concepire un sistema di produzione il più aderente possibile alle condizioni ideali per la maturazione delle uve e per la trasformazione in vino. E così è stato. Paolo Carlo vede la vinificazione come una combinazione di arte e natura e si riferisce ai suoi prodotti come vini d'Arte. Non c'è da stupirsi che lavori secondo i dettami della viticoltura biologica, spesso seguendo pratiche ancora più naturali affiancate dall’utilizzo di lieviti indigeni, basse rese per ettaro, pochi solfiti aggiunti, fermentazioni attentamente controllate. I vini de I Carpini prendono vita nel calice, sono poliedrici, mai banali, prodotti con uve universalmente conosciute come la barbera o semisconosciute come l'albarossa. E naturalmente il timorasso, il perno attorno al quale ruota la rinascita di tutto il territorio, grazie alle intuizioni di vignaioli come Paolo Carlo. Una "spremuta di territorio" dove è solo la peculiarità dell'annata a conferire il timbro e l'unicità di ciascuna bottiglia. I vini de I Carpini prendono per mano e bisogna abbandonarsi al loro profumo e al loro sapore. Paolo Carlo dice spesso: “è il vino che decide quando è pronto, lasciamolo fare e aspettiamolo senza fretta”. Un approccio naturale, quali olistico, nei confronti dell'elemento vino, nella sua accezione più ampia e territoriale possibile.
Arneis, Fontanabianca Dolcetto d'Alba Ciabot 2017, Mario Rivetti Timorasso 2016, I Carpini Brut Classe '91, Fontanabianca Nebbiolo d'Alba Capre, Mario Rivetti Terre d'Ombra, I Carpini I vini selezionati
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