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Nuove opportunità per chi vuole lavorare nel mondo del vino: intervista a Cristina Mercuri

Wine Club Cristina Mercuri

Come accade per tanti prodotti culturali, il vino può essere vissuto in chiave divertente e conviviale, così come in senso tecnico e professionale, con un altissimo grado di specializzazione lavorativa. Abbiamo parlato delle nuove opportunità disponibili per chi voglia lavorare nel mondo del vino con la sommelier Cristina Mercuri.

La wine education offre oggi varie possibilità per gli appassionati di vino. Cristina Mercuri ha da poco lanciato la sua accademia per appassionati e professionisti: si chiama Wine Club e si basa sugli standard internazionali WSET. Propone soluzioni di formazione, informazione e consulenza per chi voglia imparare di più sull’enologia e si rivolge a chi è appassionato di vino ma non è necessariamente interessato al mondo del servizio. Vediamo tutte le opportunità oggi disponibili.

Che cosa significa oggi essere sommelier?

Oggi la figura del sommelier è – a mio avviso – una figura più complessa rispetto al passato: non si tratta più solo di grandi conoscitori del servizio di sala, ma sempre più si va verso un vero e proprio Wine Expert che conosce il mondo del vino a 360 gradi.

Il dato è dimostrato dal crescente interesse per i corsi per diventare esperti di vino come il WSET.

Credo che oggi il sommelier abbia un ruolo più variegato e meglio definito, che si avvicina sempre più a quella che è la visione del professionista a livello internazionale. Per frequentare i corsi WSET non c’è bisogno di una qualifica propedeutica, ma noto che molti studenti dei miei corsi che hanno già una qualifica di sommelier sentono il bisogno di una formazione più orizzontale che approfondisca il business del vino da un punto di vista internazionale.

- Leggi anche: quello che c'è da sapere sul WSET

La figura del sommelier esercita molto fascino, specialmente sui giovani. Perché?

I giovani sono per natura curiosi e aperti a conoscere e informarsi. Il vino è una bevanda affascinante soprattutto per il suo processo produttivo. I giovani vogliono capire come è fatto tecnicamente: per questo sono affascinati dai racconti di enologi e agronomi per capire come dalla vendemmia si arrivi al calice. In passato la figura del sommelier era vista come qualcosa di elitario e di nicchia, creava soggezione e aumentava la distanza tra consumatore e professionista.

Distanza che si accorcia, per fortuna, proprio perché alcuni schemi del passato si stanno svecchiando. Ciò sta accadendo grazie all'offerta crescente di corsi a diversi livelli. Il WSET ha favorito questo processo: il suo scopo – come di quello degli altri corsi anglosassoni – è di far sì che il professionista passi un messaggio chiaro usando un linguaggio tecnicamente esatto e perfettamente comprensibile.

Oltre agli aspetti tecnici, quali sono le qualità che un buon sommelier deve avere?

Gestione del tempo e degli spazi, sensibilità imprenditoriale e capacità di vendere. Per saper vendere bisogna saper comunicare. Per saper comunicare bisogna avere la sensibilità di saper osservare e ascoltare l’interlocutore. Comprendere il cliente non è per tutti.

E saper usare un linguaggio serio ma non serioso, ma soprattutto comprensibile a chi ascolta è la chiave per ottenere un cliente fidelizzato. Nella mia accademia i corsi sono tailor made e adeguati alle esigenze di chi acquista questa consulenza. Vogliamo che il mondo del vino sia comunicato in maniera chiara, onesta, trasparente e facilmente fruibile.

Il mondo del vino è sempre tensione fra tradizione e innovazione. Millenial e generazione z si distinguono dalle precedenti generazioni per nuove abitudini enogastronomiche. Che profili di appassionati ci sono oggi?

I giovani indicati sono la fascia più importante oggi da studiare per capire i trend che domineranno i prossimi venti anni. Per questo, la industry a livello globale è impegnata nel profilare i consumatori per capire le nuove esigenze e tendenze. Solo così i produttori potranno offrire vini all’altezza delle aspettative di mercato, in modo da attrarre nuovi consumatori e soddisfare gli attuali.

I giovani, inoltre, sono più sensibili verso temi ambientali. Uno studio recente di Deloitte mostra come oltre il 50% dei giovani nel mondo sia preoccupato per le conseguenze del cambiamento climatico. Ecco quindi che si profila una tipologia di appassionato attento, che cerca bottiglie più leggere, formati alternativi (Bag in Box e lattina), e vini low intervention (orange e vini naturali), bio o vegan friendly.

I giovani sono più sensibili alla salute intesa anche come forma fisica. Esiste quindi un profilo dell’appassionato Lo-No ABV (low & no alcol), che cerca vini dealcolizzati o con un tenore alcolico più basso al fine di assumere meno calorie.

E poi i giovani sono interessati a trend crescenti e destinati a restare e acquistano vini alla cannabis (non ancora in Italia). I giovani amano essere presenti sui social apparendo in situazioni di svago, di festa, di divertimento. Ecco quindi che esplode il profilo dell’appassionato di Rosé dallo stile provenzale o di cocktail wines come Champagne per mixology o Port Tonic in comoda lattina preconfezionata. Sono questi i nuovi appassionati che decideranno i volumi e i valori della industry del futuro.

Si parla di "mondo del vino" ma si intendono diverse discipline: dall’enologia al marketing per la valorizzazione del territorio, e tutto il mondo HORECA. Come orientarsi fra le varie offerte professionalizzanti?

La risposta giusta è capire cosa si ama fare e quale prospettiva avere per il futuro. L’offerta di corsi è sempre più variegata e permette davvero di soddisfare ogni esigenza.

1. Per coloro che ambiscono ad una professione nella ristorazione consiglio di partire da un corso da sommelier e successivamente aggiungere un corso WSET di secondo e terzo livello.

2. Invece, se l’aspirazione è quella di lavorare in hospitality, marketing, export o diventare docente o critico, consiglio di frequentare il WSET, e di non fermarsi al terzo livello. Il quarto livello (Diploma Level) è equipollente ad un corso di laurea, si struttura su sei unità didattiche multidisciplinari e ha lo scopo di fornire gli strumenti per conoscere davvero a fondo il mondo del vino e di saperlo raccontare con approccio critico e oggettivo.

3. Infine, se l’aspirazione è quella di lavorare nella produzione (quindi attività di vigna e cantina) o avere una propria azienda vitivinicola, suggerisco la laurea in enologia e agraria, e magari, successivamente, frequentare un WSET level 2 per acquisire gli strumenti adatti per veicolare il proprio messaggio ai consumatori. 

Passando agli appassionati, l’informazione digitale ha contribuito a creare la wine knowledge come la intendiamo oggi. Che consiglio dai a chi vuole trovare fonti attendibili, scoprendo chiavi di lettura originali?

Sono davvero felice di vedere tante fonti autorevoli sempre più disponibili nel pubblicare contenuti gratuiti sui propri siti e social. Riviste come The Drinks Business, Decanter e Wine Enthusiast offrono informazione seria e autorevole, ma comprensibile e adeguata al pubblico dei lettori. Wine Club ha una sezione news con contenuti differenziati in base al profilo dei lettori: contenuti per wine lovers, wine enthusiasts e wine geeks, con contenuti per veri nerd del vino.

Oltre a queste fonti, io uso sempre Jancis Robinson per la sua autorevolezza, per me incomparabile. Mi diverto anche a leggere il tono fresco e originale di Wine Folly - davvero talentuosa.

Hai appena lanciato Wine Club: quali sono le sue specificità?

Vengo da esperienze societarie non positive, per questo ho deciso che Wine Club avrebbe avuto specificità e valori etici molto forti.

In quanto Società Benefit, è impegnata a garantire un beneficio non solo per i soci e i lavoratori, ma per tutta la comunità. Per questo, ogni anno donerà parte dei suoi profitti ad enti e associazioni impegnate nella ricerca enologica, oltre che ad un'associazione impegnata nella tutela delle donne vittime di violenza.

Entrando nel vivo, posso dire che Wine Club è un’accademia innovativa.

Innovativa perché offre servizi a diversi livelli di interesse: formazione, informazione, e consulenza. Il nostro impegno è quello di puntare all'eccellenza dei nostri studenti, e di stabilire relazioni durevoli con gli interlocutori della industry nazionale e internazionale.

Propone formazione, attraverso diverse soluzioni di apprendimento, rivolte sia al settore B2B che B2C: spaziamo dai corsi di avvicinamento al vino, a corsi professionali come il WSET fino a un'innovativa formula di apprendimento e potenziamento delle conoscenze su misura.

Wine Club propone informazione, con contenuti editoriali pensati per i diversi bisogni dei lettori, con contenuti per wine lovers, wine enthusiasts e wine geeks. Gli articoli sono sempre originali e aggiornati ogni settimana.

Proponiamo una consulenza personalizzata, mettendo a disposizione il nostro bagaglio di wine knowledge per soddisfare diverse necessità di cantine e ristoranti. Staff training, tecniche di vendita, redazione carta vini, social media management e collaborazioni sono alcuni dei servizi dedicati a migliorare il valore del vino anche nel B2B.

Il motto di Wine Club è “Oltre la formazione su misura”. Per me, formare un Wine Expert significa garantire la certificazione più appropriata al proprio scopo culturale. È un progetto ambizioso e invito i lettori di Sommelier Wine Box a seguirmi sui social e iscriversi alla newsletter: ne berremo delle belle!

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