L’Italia ha un numero davvero straordinario di piccole cantine, diffuse su tutto il territorio. Non conta se siano produttori che in pochi ettari fanno vino da sempre o vignaioli di prima generazione che hanno deciso di avviare da poco la loro produzione: il modello della piccola (o piccolissima) azienda è un’eccellenza tutta nostrana. Ed è proprio in questo modello che risiede tanta della forza del vino italiano.
Con piccole cantine ci riferiamo alle realtà artigianali italiane (piccole o medio-piccole), quelle che producono le loro uve e imbottigliano il proprio vino, in quantità contenute, spesso inferiori alle 150.000 bottiglie l'anno. Sono vignaioli e vignaiole che fanno innanzitutto per vocazione. In apparenza piccole cantine familiari, difficili anche solo da conoscere e trovare, nella realtà si tratta di straordinarie forze che trainano l'Italia del vino dal punto di vista di identità e di cultura. Persone che hanno saputo salvare uve altrimenti perse per sempre; vignaioli che amano la propria terra facendola esprimere con prodotti unici; professionisti che con le loro micro produzioni tengono alta la barra della qualità per l’intero comparto.
É la poesia del vino italiano, e per almeno 5 motivi si deve ai piccoli.
1️⃣ Come le piccole cantine valorizzano gli autoctoni
La prima ragione è legata agli autoctoni: è nel contesto delle piccole realtà enologiche che in Italia, soprattutto negli ultimi 40 anni, sono stati salvati tanti vitigni. Questo grazie a vignaioli che non si sono adeguati alle mode del mercato ma hanno conservato le specie del territorio, spesso remando coraggiosamente contro il gusto internazionale. Grazie a loro oggi beviamo Timorasso, Picolit e tantissimi altri vini che provengono da piccoli e unici terroir.
2️⃣ Qualità vs quantità: quando i piccoli influenzano i grandi
Non sempre la quantità implica un decadimento qualitativo. Ma spesso sì. Non è un caso che i grandi produttori che lavorano bene producono i loro vini di punta valorizzando i singoli e i migliori appezzamenti, con pratiche agronomiche rispettose e attente, di fatto applicando un modello dei piccoli produttori. Questi, dal canto loro, hanno praticamente un’unica possibilità per differenziarsi, non facendo grandi numeri: la qualità assoluta dei loro vini. Questo aspetto è di grande impulso per tutto il comparto del vino italiano.
3️⃣ Presenza femminile nelle piccole cantine italiane
Ne abbiamo parlato con Donatella Cinelli Colombini: da sempre le donne sono centrali nelle piccole cantine italiane. E rispetto al resto del mondo la presenza femminile è superiore nelle cantine italiane. Questo moltiplica idee, energie, creatività e un'attenzione tutta speciale a un tipo di sviluppo turistico nuovo, che punta dritto al futuro del settore.
4️⃣ Solidità di visione delle piccole cantine italiane
Le piccole cantine italiane hanno dimostrato che il modello dell’azienda a conduzione familiare è solido e sostenibile. Ciò, crea valore in termini economici e consente alle realtà singole di fare scelte lungimiranti.
5️⃣ Se i vini di nicchia diventano vini di tendenza
Grazie a tutta questa cultura che valorizza le tradizioni guardando coraggiosamente al futuro - mettendo al centro l'ambiente, il territorio e i suoi vini tipici -, i piccoli produttori hanno influenzato il mercato e i consumatori in modo determinante. Negli ultimi anni si registra infatti un trend molto interessante: gli appassionati sono sempre più alla ricerca di vini artigianali, tipici, naturali... preoccupandosi sempre meno dei grandi nomi e sempre più della qualità vera.
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Se i vini non ti piacciono: te li rimborsiamo!
Chiudiamo con la provocatoria e illuminante frase di Luigi Veronelli, convinto che «il peggior vino contadino è migliore del miglior vino industriale».
Cin cin!