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Cos'è la vite ad alberello?

Uva bianca coltivata ad alberello

Ingegnoso è chi è dotato di forza e acutezza e le usa per risolvere le difficoltà in modo brillante. Lo sa essere l'uomo, che lo ha imparato dalla natura.
Si può riassumere così la storia della vite ad alberello.

Sono sicuramente ingegnosi i viticoltori di Pantelleria, che per far fronte al clima arido di alcune zone dell’isola (uno dei luoghi più magici d'Italia), da millenni praticano la coltivazione della vite ad alberello. In 82 km quadrati di terra.

In condizioni ambientali avverse, e con una coltivazione della vite interamente manuale, i viticoltori panteschi traggono lo Zibibbo di Pantelleria un vino bianco dall’inconfondibile colore giallo dorato, unico per le caratteristiche organolettiche: dolce e profumatissimo, rievoca i colori e le atmosfere del Mediterraneo. Si tratta di un'uva della famiglia dei Moscati, molto adatta all'appassimento.

Le viti ad alberello sono fatte crescere come piante a sé stanti e piantate su una conca di circa 20 cm per proteggerle dal vento. Tenute a dimensioni ridotte (sono alte circa 1 metro) per sfruttare l’umidità della notte e le poche risorse disponibili nel terreno, le piccole foglie della vite consentono di ridurre al minimo la perdita d’acqua.

Dal 26 novembre del 2014 la coltivazione della vite ad aberello è iscritta nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità, prima pratica agricola riconosciuta quale patrimonio dall'Unesco, votata dalla commissione riunita a Parigi all'unanimità e così descritta:

La tradizionale coltivazione della vite ad alberello, che avviene in condizioni climatiche molto dure, è tramandata attraverso istruzioni pratiche e orali in dialetto locale da generazioni di vinai e contadini dell’isola di Pantelleria, dove 5000 abitanti coltivano piccoli lotti di terra usando metodi sostenibili.

La tecnica di coltivazione, abbastanza articolata, prevede diverse fasi e si conclude con la vendemmia a mano durante un evento rituale che inizia alla fine di luglio. I rituali e i festeggiamenti che proseguono fino a settembre consentono alla comunità locale di condividere questa pratica sociale, che identifica gli abitanti di Pantelleria come vinai e li sprona a impegnarsi per preservare questa pratica.

Questo vitigno è protagonista della denominazione Pantelleria DOC, il cui protagonista assoluto è il Passito di Pantelleria, che vede l'appassimento delle uve (in pianta e al sole). Il terreno vulcanico dell'isola regala al vino grande complessità (profumi dal dattero al fico secco, dal sandalo ai fiori secchi, fino alle note idrocarburiche), struttura e acidità.

Si tratta di un vino che assorbe la magia del luogo in cui cresce, un luogo di bellezza struggente e ventosa, dove la coltivazione ad alberello rappresenta l'essenza dell'equilibrio tra uomo e natura.

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